I dati, presentati alla conferenza annuale di Assoreti, che riunisce 57 aziende del settore, rivelano che per il secondo anno consecutivo la raccolta netta di fondi comuni dell’intera industria del risparmio gestito è stata generata dai network dei promotori (+9,3 miliardi), mentre è stata negativa per gli altri canali distributivi (-867 milioni). In particolare, nell’ultimo anno, si è regis
trato un forte incremento dei flussi diretti ai fondi azionari, passati da 301,3 milioni a 1,1 miliardi, ai bilanciati (da 659,8 milioni a 1,2 miliardi) e ai flessibili (da 618,1 a 1,1 miliardi). Complessivamente, il 51,6% del patrimonio degli Organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) collocati dalle reti è costituito da prodotti specializzati sulle Borse o da bilanciati, contro il 32,1% del sistema.
Nel comparto vita e previdenziale, è cresciuta l’incidenza sul patrimonio delle unit linked (50,6%), mentre è sceso quello delle polizze tradizionali (30,4%) e delle index linked (15,8%). In aumento anche il peso dei Pip (Piani pensionistici individuali), che in un anno è passato dall’1,8 al 2,5%, e, in misura molto inferiore, dei fondi pensione (da 0,5 a 0,6%).
Dopo un biennio di sostanziale stabilità, nel 2005 è tornato a crescere il numero di clienti, superando quota 4,2 milioni (3,9 milioni nel 2004), mentre il numero di promotori è sceso da 32.614 a 31.273. E’ aumentato anche il patrimonio medio per cliente, da 45,7 a 48,9 mila, e quello per promotore, da 5,8 a 7 milioni.
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