L’interesse degli investitori si è rivolto al consiglio dell’Eurotower dove la Banca centrale europea (Bce) ha mantenuto invariato il costo del denaro al 2,5%, come largamente atteso dal mercato. Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet ha lasciato però intendere che la stretta monetaria dovrebbe aver luogo in giugno, su
lla scia del rafforzamento della ripresa economica europea nei primi tre mesi dell’anno, come confermano gli ultimi dati congiunturali, tra cui l’indice Pmi del settore manifatturiero, ai massimi da cinque anni.
La debolezza del biglietto verde e le preoccupazioni per le ambizioni nucleari iraniane hanno contribuito a spingere l’oro oltre i 675 dollari l’oncia, il livello massimo da 25 anni. Il prezzo del petrolio ha superato i 74 dollari al barile a inizio settimana, dopo che il presidente boliviano Evo Morales ha ordinato la nazionalizzazione dell’industria degli idrocarburi e ha fatto occupare militarmente i giacimenti di gas naturale del Paese. Le quotazioni sono scese a 70 dollari grazie al dato sulle scorte di benzina negli Stati Uniti, in aumento per la prima volta da nove settimane.
Hanno favorito le piazze finanziarie europee la serie di buoni risultati societari tra cui quelli di Deutsche Boerse e Ubs. Dati brillanti sono stati pubblicati anche dai giganti dell'energia Royal Dutch Shell e Total, i due colossi dei beni di consumo Unilever, Beiersdorf e i gruppi chimici Basf e Imperial Chemical. Le trimestrali non hanno deluso neppure oltreoceano dove hanno confermato lo stato di salute delle aziende statunitensi. Il Dow Jones, in rialzo dello 0,6% (a metà seduta di venerdì), ha toccato i massimi da sei anni, mentre meno tonici sono stati l’S&P500 (+0,1%) e il Nasdaq, praticamente invariato rispetto a sette giorni fa. Poche società hanno archiviato dati di bilancio deludenti tra cui il colosso dei prodotti di largo consumo Procter & Gamble e il produttore di software Adobe, che ha lanciato un profit warning sui risultati del secondo trimestre.
Ha sostenuto i listini americani il report mensile sulle vendite del comparto retail che dimostra che i rincari della benzina non hanno intaccato le abitudini di spesa degli americani.
Tra gli altri dati congiunturali, il costo del lavoro nel primo trimestre è cresciuto sopra le attese, l'indice Ism servizi di aprile è salito inaspettatamente, mentre gli ordini all'industria di marzo sono aumentati più delle aspettative.
Questi indicatori hanno confermato la crescita solida dell'economia Usa e rafforzato l'ipotesi di un’ulteriore stretta monetaria da parte della Fed nella prossima riunione del Federal Open Market Commettee, prevista per mercoledì 10 maggio.
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