Ottava da dimenticare

L’aumento dell’inflazione americana rende sempre più vicino una nuova stretta monetaria da parte della Fed. Il dollaro recupera contro l’euro e fa oscillare le quotazioni delle commodities e del petrolio.

Michela Muscio, 19/05/2006 | 18:36
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E’ pari a circa il 4% il calo delle principali Borse europee che hanno toccato il livello più basso degli ultimi due mesi, mentre i mercati americani si avviano a chiudere l’ottava lasciando sul terreno circa il 3%. Negli Stati Uniti il peggioramento dei prezzi al consumo, che sono aumentati dello 0,6% in aprile (3,5% su base annua), ha fatto precipitare i listini internazionali.

Inoltre l'indice della Fed di Filadelfia di maggio, che misura l'attività industriale nell'area Mid-Atlantic, è salito a 14,4 punti da 13,2, contro attese di una flessione a 12,5, sintomo che l'economia statunitense continua a godere di ottima salute. Questi indicatori hanno rafforzato la tesi, confermata anche dal presidente della Federal Reserve (Fed) di Richmond, Jeffrey Lacker, che l’istituto centrale

americano non si prenderà una pausa nel ciclo di rialzo dei tassi e varerà una stretta monetaria in occasione della prossima riunione del 28 e 29 giugno.

Le vendite si sono concentrate sui comparti più sensibili alle variazioni del costo del denaro, come quello bancario e industriale. L’ipotesi di proseguire la fase rialzista dei tassi americani ha favorito il biglietto verde che ha recuperato sull’euro, a quota 1,27 dollari. La valuta americana è stata sostenuta anche dalle notizie relative agli afflussi dei capitali dall’estero, attratti dall’elevato livello dei tassi che si sono confermati superiori al livello del deficit commerciale. La moneta europea ha invece risentito del calo dell’indice tedesco Zew, sulla fiducia di analisti ed imprese, che è sceso molto più del previsto. Non ha aiutato l’euro la posizione di Parigi e Berlino, preoccupate che il rialzo della moneta unica possa danneggiare l’export soprattutto se l’economia statunitense dovesse rallentare.

Il recupero del dollaro ha causato forti oscillazioni del prezzo del petrolio e delle materie prime in un mercato dominato da ampia volatilità.

Il calo degli indici statunitensi è stato frenato dalle positive trimestrali di alcune società tra cui Sears Holdings, che ha registrato un balzo di oltre il 12% grazie a profitti trimestrali superiori alle previsioni. I dati di bilancio incoraggianti di Hewlett-Packard, che ha incassato un upgrade da parte di Morgan Stanley non sono però bastati a risollevare il Nasdaq che ha azerato i è tornato sui livelli di inizio anno.

L’incertezza di Wall Street si è ripercossa sulla Borsa di Tokyo (-2,7%) che ha raggiunto i minimi degli ultimi due mesi, intimorita dal rafforzamento dello yen che ha penalizzato fortemente le società esportatrici.

E’ arretrata Piazza Affari, dove il sentiment negativo sui mercati si è riflesso sui titoli del risparmio gestito, in discesa insieme agli assicurativi. Al centro dell’attenzione il forte calo del titolo Juventus che, dopo lo scandalo calcistico, ha penalizzato anche le altre società della famiglia Agnelli. E’ stato deludente il debutto della matricola Saras che in una sola seduta ha perso l'11,83%, condizionato dalla fase di correzione del mercato. Saipem ha risentito della brusca correzione del greggio, mentre Alitalia ha ceduto l’8% a causa di una trimestrale negativa.

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