Inoltre l'indice della Fed di Filadelfia di maggio, che misura l'attività industriale nell'area Mid-Atlantic, è salito a 14,4 punti da 13,2, contro attese di una flessione a 12,5, sintomo che l'economia statunitense continua a godere di ottima salute. Questi indicatori hanno rafforzato la tesi, confermata anche dal presidente della Federal Reserve (Fed) di Richmond, Jeffrey Lacker, che l’istituto centrale
americano non si prenderà una pausa nel ciclo di rialzo dei tassi e varerà una stretta monetaria in occasione della prossima riunione del 28 e 29 giugno.
Il recupero del dollaro ha causato forti oscillazioni del prezzo del petrolio e delle materie prime in un mercato dominato da ampia volatilità.
Il calo degli indici statunitensi è stato frenato dalle positive trimestrali di alcune società tra cui Sears Holdings, che ha registrato un balzo di oltre il 12% grazie a profitti trimestrali superiori alle previsioni. I dati di bilancio incoraggianti di Hewlett-Packard, che ha incassato un upgrade da parte di Morgan Stanley non sono però bastati a risollevare il Nasdaq che ha azerato i è tornato sui livelli di inizio anno.
L’incertezza di Wall Street si è ripercossa sulla Borsa di Tokyo (-2,7%) che ha raggiunto i minimi degli ultimi due mesi, intimorita dal rafforzamento dello yen che ha penalizzato fortemente le società esportatrici.
E’ arretrata Piazza Affari, dove il sentiment negativo sui mercati si è riflesso sui titoli del risparmio gestito, in discesa insieme agli assicurativi. Al centro dell’attenzione il forte calo del titolo Juventus che, dopo lo scandalo calcistico, ha penalizzato anche le altre società della famiglia Agnelli. E’ stato deludente il debutto della matricola Saras che in una sola seduta ha perso l'11,83%, condizionato dalla fase di correzione del mercato. Saipem ha risentito della brusca correzione del greggio, mentre Alitalia ha ceduto l’8% a causa di una trimestrale negativa.
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