Sali e scendi per le Borse mondiali

Grande incertezza sulle piazze internazionali, intimorite da tassi e inflazione. Dati macro contrastanti negli Usa. I listini europei perdono terreno, nonostante proseguano fusione ed acquisizioni. Il Nikkei torna positivo.

Michela Muscio, 16/06/2006 | 17:47
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La volatilità è stata protagonista dell’ottava di Borsa. La settimana è iniziata all’insegna dell'incertezza relativa alla prossima mossa monetaria della Federal Reserve e della discesa dei prezzi delle materie prime. Le Borse mondiali si sono poi risollevate dopo la dichiarazione inattesa del presidente della Fed, Ben Bernanke, durante l'Economic Club di Chicago, secondo cui, dopo aver assistito ad un periodo di rialzi, le aspettative d’inflazione sui mercati si sono parzialmente ridotte. Oggi però è tornato il timore del ritocco dei tassi americani, ora al 5%, dopo la dichiarazione di uno degli esponenti della banca centrale americana.

A generare incertezza ha contribuito l’ondata di dati macroeconomici statunitensi contrastanti. L’aumento dello 0,3% dell’indice dei prezzi al co

nsumo per la componente che esclude energia e alimentazione ha sostenuto la prospettiva di un nuovo incremento del costo del denaro nella prossima riunione della Federal Reserve, prevista per il 28 e 29 giugno. La pubblicazione del Beige Book, il periodico rapporto sull'economia americana elaborato dall’istituto centrale americano, ha confermato la crescita degli Stati Uniti, anche se ha messo l’accento su alcune zone di rallentamento.

I segnali di crescita congiunturale provengono dal calo inatteso delle domande di sussidio di disoccupazione, che indica che il positivo ciclo del mercato del lavoro non si è probabilmente esaurito, e dall’aumento degli ordini industriali nella zona di New York e Philadelphia. Dall’altro canto gli aumenti salariali inferiori all’inflazione e i prezzi delle case fermi, complice il rialzo dei tassi, fanno intravedere all’orizzonte una frenata nei consumi americani.

Il rapporto tra euro e dollaro è oscillato intorno a 1,26. Sul biglietto verde hanno pesato il dato sull’inflazione core e la riduzione in aprile degli investimenti internazionali in asset in dollari che non riescono a coprire il deficit commerciale dello stesso mese. Quest’ultimo nel primo trimestre del 2006 è calato a 208 miliardi di dollari, dato migliore delle previsioni degli analisti, ma comunque elevato visto che è il secondo di sempre in valore assoluto, a dimostrazione della persistenza degli squilibri esterni degli Stati Uniti. La moneta unica, invece, ha risentito di alcune rilevazioni inferiori alle attese riguardanti lo stato dell’economia del Vecchio continente.

Il Dow Jones, che ha segnato un incremento dell’1% a metà seduta di venerdì, ha risentito del progresso del titolo della banca d'affari Bear Stearns, grazie ad una crescita dei profitti pari all'81% nel secondo trimestre. Il rialzo ha compensato le recenti delusioni dei due colossi del settore come Lehman Brothers e Goldman Sachs, nonostante avessero ottenuto ottimi risultati di bilancio.

Si avvia a chiudere l’ottava in rosso dello 0,3% il Nasdaq nonostante le buone notizie provenienti dal fronte societario. Intel, leader mondiale nei chip per computer ha beneficiato di una confortante valutazione da parte di Goldman Sachs, mentre Apple ha risentito positivamente del nuovo giudizio "buy". Merrill Lynch ha alzato il rating sulle small cap dei semiconduttori americani a "market weight", mentre Oracle ha pubblicato risultati trimestrali migliori delle attese. Il listino americano tech si è girato in negativo dopo l’annuncio del ritiro di Bill Gates dalle cariche operative in azienda a partire dal 2008, per dedicarsi alla filantropia.

Il rimbalzo di Wall Street e il dato sul Prodotto interno lordo (Pil) del primo trimestre in forte rialzo rispetto alle stime hanno fatto recuperare Tokyo. Dopo uno scivolone di sei settimane, il Nikkei ha chiuso l’ottava in progresso dello 0,8%, superando lo scandalo finanziario Muratami di inizio settimana che ha chiamato in causa il governatore della Bank of Japan, Toshihiko Fukui.

Segno meno per gli indici del Vecchio continente che hanno perso circa l’1%. L’inflazione in Gran Bretagna ha raggiunto livelli mai visti, mentre in Germania l’indice Zew, termometro che misura la fiducia degli investitori tedeschi, è calato a giugno per la preoccupazione di un rialzo dei tassi europei. Le vendite sono arrivate dai gestori di fondi che per far fronte ai riscatti dei sottoscrittori, si sono trovati costretti a liquidare le posizioni, alleggerendo i portafogli.

Sul piano delle operazioni di fusioni e acquisizioni, Credit Suisse ha ceduto il ramo assicurativo Winthertur ad Axa, mentre la spagnola Banco Bilbao Vizcaya Argentaria ha raggiunto un accordo per comprare due banche del Texas. Il mercato, inoltre, attende che Mittal Steel fornisca maggiori dettagli sull'offerta per Arcelor. Il recupero di fine settimana delle quotazioni delle materie prime e del petrolio non è servito a riportare in positivo le Borse europee.

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