A generare incertezza ha contribuito l’ondata di dati macroeconomici statunitensi contrastanti. L’aumento dello 0,3% dell’indice dei prezzi al co
nsumo per la componente che esclude energia e alimentazione ha sostenuto la prospettiva di un nuovo incremento del costo del denaro nella prossima riunione della Federal Reserve, prevista per il 28 e 29 giugno. La pubblicazione del Beige Book, il periodico rapporto sull'economia americana elaborato dall’istituto centrale americano, ha confermato la crescita degli Stati Uniti, anche se ha messo l’accento su alcune zone di rallentamento.
Il rapporto tra euro e dollaro è oscillato intorno a 1,26. Sul biglietto verde hanno pesato il dato sull’inflazione core e la riduzione in aprile degli investimenti internazionali in asset in dollari che non riescono a coprire il deficit commerciale dello stesso mese. Quest’ultimo nel primo trimestre del 2006 è calato a 208 miliardi di dollari, dato migliore delle previsioni degli analisti, ma comunque elevato visto che è il secondo di sempre in valore assoluto, a dimostrazione della persistenza degli squilibri esterni degli Stati Uniti. La moneta unica, invece, ha risentito di alcune rilevazioni inferiori alle attese riguardanti lo stato dell’economia del Vecchio continente.
Il Dow Jones, che ha segnato un incremento dell’1% a metà seduta di venerdì, ha risentito del progresso del titolo della banca d'affari Bear Stearns, grazie ad una crescita dei profitti pari all'81% nel secondo trimestre. Il rialzo ha compensato le recenti delusioni dei due colossi del settore come Lehman Brothers e Goldman Sachs, nonostante avessero ottenuto ottimi risultati di bilancio.
Si avvia a chiudere l’ottava in rosso dello 0,3% il Nasdaq nonostante le buone notizie provenienti dal fronte societario. Intel, leader mondiale nei chip per computer ha beneficiato di una confortante valutazione da parte di Goldman Sachs, mentre Apple ha risentito positivamente del nuovo giudizio "buy". Merrill Lynch ha alzato il rating sulle small cap dei semiconduttori americani a "market weight", mentre Oracle ha pubblicato risultati trimestrali migliori delle attese. Il listino americano tech si è girato in negativo dopo l’annuncio del ritiro di Bill Gates dalle cariche operative in azienda a partire dal 2008, per dedicarsi alla filantropia.
Il rimbalzo di Wall Street e il dato sul Prodotto interno lordo (Pil) del primo trimestre in forte rialzo rispetto alle stime hanno fatto recuperare Tokyo. Dopo uno scivolone di sei settimane, il Nikkei ha chiuso l’ottava in progresso dello 0,8%, superando lo scandalo finanziario Muratami di inizio settimana che ha chiamato in causa il governatore della Bank of Japan, Toshihiko Fukui.
Segno meno per gli indici del Vecchio continente che hanno perso circa l’1%. L’inflazione in Gran Bretagna ha raggiunto livelli mai visti, mentre in Germania l’indice Zew, termometro che misura la fiducia degli investitori tedeschi, è calato a giugno per la preoccupazione di un rialzo dei tassi europei. Le vendite sono arrivate dai gestori di fondi che per far fronte ai riscatti dei sottoscrittori, si sono trovati costretti a liquidare le posizioni, alleggerendo i portafogli.
Sul piano delle operazioni di fusioni e acquisizioni, Credit Suisse ha ceduto il ramo assicurativo Winthertur ad Axa, mentre la spagnola Banco Bilbao Vizcaya Argentaria ha raggiunto un accordo per comprare due banche del Texas. Il mercato, inoltre, attende che Mittal Steel fornisca maggiori dettagli sull'offerta per Arcelor. Il recupero di fine settimana delle quotazioni delle materie prime e del petrolio non è servito a riportare in positivo le Borse europee.
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