“L’intensificarsi di fusioni ed acquisizioni e l’aumento di operazioni di leverage buyout (acquisizioni societarie attraverso il ricorso all’indebitamento, ndr) hanno determinato un incremento del rischio idiosincratico”, spiega Mario Campello, gestore del fondo Generali AM Euro Corporate Bonds, cinque stelle di Rating Morningstar. “I fondamentali delle società rimangono solidi”, prosegue il fund manager, “e non ci attendiamo un allargamento generalizzato dei credit spread (differenziali), ma alcune singole emitt
enti potrebbero subire un deterioramento del merito creditizio”.
Nel corso del 2005, ad esempio, Campello ha privilegiato i finanziari e gli industriali a discapito dei ciclici (in particolare i produttori di auto americani) e dei telefonici, che, al contrario dei primi due settori hanno fatto registrare performance deludenti. In relazione al merito di credito, la preferenza è andata ai titoli con rating tripla BBB attribuito da Standard&Poor’s (ultimo livello dell’investment grade) rispetto a quelli di qualità superiore.
In questa fase di mercato, il gestore sovrappesa il comparto finanziario (assicurativi e bancari), con particolare attenzione ai titoli subordinati, nella convinzione che sarà il settore favorito nel 2006, mentre mantiene una marginale esposizione al mercato high yield. Sulle obbligazioni telefoniche, tra le peggiori l’anno scorso, insieme alle utilities, l’approccio è cauto ed è stata gradualmente ridotta l’esposizione alle scadenze più lunghe.
Generali AM Euro Corporate Bonds affianca alle classi ad accumulazione dei proventi, una a distribuzione, per gli investitori che preferiscono ricevere un flusso cedolare periodico. Le commissioni di gestione variano da un minimo dello 0,2 a un massimo dell’1,3%.
Estratto aggiornato dell’articolo apparso su "Il Mondo" del 14 aprile 2006.
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