Le più penalizzate sono state Francoforte e Londra, che si avviano ad archiviare l’ottava in calo di quasi un punto percentuale rispetto alla chiusura dello scorso venerdì. Invariata Parigi, mentre arretra dello 0,2% la borsa svizzera. A Milano, il Mibtel è in ripresa, ma perde lo 0,67% rispetto alla scorsa settimana.
pt language="JavaScript" type="text/javascript">WebAdsWriteTag('300', '250','middle', 'key1', 'key2');
Oltreoceano, Wall Street ha risentito dell’allarme terrorismo solo nelle prime fasi di contrattazione, per poi continuare in territorio positivo. All’apertura di venerdì l’S&P 500 risulta in flessione di mezzo punto percentuale su base settimanale, mentre il Nasdaq cede lo 0,63%. Ad essere penalizzate, soprattutto le società aree e quelle legate al turismo, che dovranno fare i conti con ritardi e viaggi cancellati. Buone notizie, invece, dal fronte societario, che in settimana ha rilasciato nella maggior parte dei casi buoni risultati trimestrali. Tra questi spiccano gli utili registrati dai colossi Cisco Systems e Walt Disney.
Il mercato non ha, invece, reagito allo stop della Fed che, come previsto, non ha toccato al rialzo i tassi americani dopo 17 interventi consecutivi. Il Governatore Bernanke ha sottolineato che l’inflazione sarà tenuta sotto controllo e che sono evidenti i riflessi delle strette monetarie sull’economia reale.
Sempre dal versante macroeconomico, le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione hanno segnato un aumento di 7.000 unità, a quota 319.000, sopra le previsioni degli analisti. E' invece leggermente migliorato il deficit commerciale Usa di giugno, sceso a 64,80 miliardi di dollari rispetto ai 64,97 miliardi di maggio.
Le Borse asiatiche chiudono l’ottava in ordine sparso. La migliore è stata Taiwan (+2,11%), grazie all’andamento dei tecnologici al traino di Cisco, mentre l’Hang Seng ha sfiorato il 2%.
Oltre che dai timori dovuti agli sventati attentati di Londra, le contrattazioni sono state influenzate dai dati deboli sulla crescita giapponese che hanno colpito soprattutto i titoli legati alle esportazioni. Il Nikkei ha archiviato la settimana con un saldo positivo pari allo 0,8%, indebolito sul finire di ottava dai risultati sul Prodotto Interno Lordo reale, che nel secondo trimestre è cresciuto solo dello 0,2%, deludendo le attese di un + 0,4%. Un risultato che su base annuale si traduce in una crescita dello 0,8% a fronte di una stima preliminare pari all’1,8%. Di conseguenza, la Banca centrale giapponese ha deciso di mantenere i tassi invariati allo 0,25%.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.