Segno più anche per il Nikkei, tornato sopra i 16 mila punti grazie al guadagno dell’1,2% durante l’ultima ottava. Il listino nipponico ha beneficiato dei titoli legali all’export sostenuti dall’indebolimento dello yen. La valuta locale, che è scesa ai minimi contro l’euro, ha perso terreno dopo i dati sull’inflazione inferiori alle atte
se pubblicati venerdì scorso, che non lasciano intravedere un imminente rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan.
Oltreoceano i verbali della Federal Reserve hanno confermato che la crescita si ridurrà per un anno e mezzo sotto il livello inflazionistico e i prezzi si raffredderanno. Il mercato quindi si interroga se la pausa di agosto potrebbe rappresentare la fine del ciclo della politica restrittiva americana.
Determinanti per la decisione della Fed sono le statistiche macroeconomiche. L'indice dei prezzi al consumo core è salito meno delle attese, mentre la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) americano nel periodo aprile-giugno è stata rivista al rialzo al 2,9% dal 2,5%, in linea con le previsioni. Inoltre l'indice dei consumatori calcolato dal Conference Board ad agosto è scivolato al minimo degli ultimi nove mesi, rilanciando i timori di rallentamento della spesa per consumi. Intanto Merrill Lynch ha tagliato la previsione sul prodotto interno lordo nella seconda metà dell'anno a causa della recessione nel mercato americano degli alloggi.
Il listino azionario americano è stato sostenuto da una serie di notizie su fusioni e acquisizioni. Il gruppo di condotte per il trasporto di petrolio e gas, Kinder Morgan, è stato oggetto di un management buyout. Sempre nel settore energetico, Western Refining ha comprato Giant Industries che ha guadagnato il 14% in una sola seduta.
A limitare i rialzi sono stati i titoli energetici dopo il calo delle quotazioni del greggio, sotto quota 70 dollari al barile a New York, in seguito all’incremento delle scorte settimanali di prodotti petroliferi inatteso dal mercato e all'allontanamento della tempesta tropicale Ernesto dalle coste del Golfo del Messico.
Nel Vecchio Continente i mercati sono rimasti indifferenti alla decisione, largamente attesa, della Banca centrale europea (Bce) di lasciare invariati i tassi al 3%. Le dichiarazioni del presidente della Bce, Jean Claude Trichet, sempre vigile sul fronte inflazione, hanno lasciato le porte aperte a nuovi rialzi, già dalla prossima riunione prevista per ottobre. D’altra parte, però, il calo dell’indice di fiducia di agosto, che è tornato ai livelli dello scorso maggio, rappresenta un chiaro segnale di rallentamento dell’economia europea.
Le Borse del Vecchio continente hanno tratto beneficio dalle notizie societarie. Sanofi-Aventis è salita dell’1,5% dopo che un giudice Usa ha avallato la richiesta della farmaceutica francese e del suo partner Usa Bristol-Myers Squibb di bloccare le vendite di una versione generica del Plavix, il suo anticoagulante di punta. In luce è anche il big dell'energia francese Edf grazie alla crescita degli utili sopra le attese nel primo semestre e all’outlook positivo. Sotto i riflettori, infine, il gigante indiano dell'acciaio Mittal che entrerà a far parte del Cac 40 francese dal 18 settembre.
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