Il Nasdaq ha invece archiviato in progresso dell’1,44% (rispetto alla chiusura di giovedì della settimana precedente) a quota 2.270, guadagnando terreno verso le quote storiche raggiunte a maggio.
L' ottimismo del mercato è stato inizialmente sorretto dal ribasso delle quotazioni del greggio, dall’aumento della fiducia dei consumatori americani e dalla crescita a sorpresa della
vendita di case nuove ad agosto. Successivamente ha ceduto il passo ai dati del Pil Usa del secondo trimestre -rivisto al +2,6% dal +2,9% precedente- e al rimbalzo del prezzo di petrolio e materie prime.
Dopo una perdita superiore al 5% nel corso dell’ultimo mese (indice Msci World Energy) le società del comparto energetico e minerario sono infatti in fase di recupero. Rio Tinto, Bhp Billington hanno guadagnato oltre il 4,5% in una sola seduta, ma le incertezze e la volatilità non lasciano ancora spazio a una maggiore stabilità degli andamenti.
Sempre sul mercato americano, non si placano le vendite su Hewlett-Packard, travolta dallo scandalo delle intercettazioni sul management, mentre General Motors sta beneficiando della possibile alleanza con Renault, i cui risvolti saranno resi noti entro la metà di ottobre.
Sorretti da Wall Street, anche nel Vecchio Continente i listini hanno intrapreso la via del rialzo. La migliore è stata la piazza tedesca, dove il Dax ha guadagnato il 2,4%, mentre il listino francese ha chiuso in progresso del 2,2%, al pari del Ftse 100 della Borsa di Londra.
A trainare le performance anche in Europa, è stata la ripresa delle società minerarie e petrolifere e del comparto delle utility, che ha beneficiato del rilancio della società tedesca E.On sulla spagnola Endesa.
Più contenuti i rialzi degli indici italiani, dove l’S&P/Mib ha reso l’1,6% e il Mibtel l’1,72%. A pesare sul bilancio di Piazza Affari ancora le vicende del caso Telecom, con Pirelli che cede l’1,4% dopo il forte calo della scorsa settimana (-3,5%), a causa dell’evolversi delle vicende giudiziarie in cui sono coinvolti i vertici della società. Positive, invece, le società energetiche come Saipem, Tenaris ed Eni, che hanno beneficiato del recupero del Brent, mentre non ci sono voci confermate circa il rialzo di Stm, che ha guadagnato il 5,4% nell’ottava.
Sui mercati asiatici, infine, il Nikkei chiude con un progresso che sfiora il 3%, ben oltre il livello dei 16.000 punti conquistati per la prima volta lo scorso 8 settembre. A sostenere il listino giapponese, nella settimana del cambio dei vertici con l’elezione del nuovo premier Shinzo Abe, è stato soprattutto il recupero dei titoli petroliferi, ma anche dei settore immobiliare, dopo l’inattesa crescita delle vendite di nuove case negli Usa.
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