Gli occhi degli investitori si sono rivolti verso i titoli dell'energia dopo che il prezzo del petrolio è passato da 57 dollari al barile di inizio settimana a 61 dollari. Il balzo è da imputare alla decisione dell'Opec di ieri di ridurre la produzione di greggio a partire dal prossimo 1 novembre per un totale di 1,2 mil
ioni di barili al giorno, contro l’attesa di un milione.
A sostegno degli indici statunitensi vi sono le notizie societarie. Buone trimestrali sono arrivate dalle blue chip tra cui Coca-Cola e Pfizer. Tra i titoli tecnologici Google ha guadagnato l’8% in una sola seduta dopo aver raddoppiato gli utili. Hanno pubblicato ottimi risultati di bilancio anche Apple, Ibm e Intel che però non sono bastati a riportare il Nasdaq in positivo (-0,7% a metà seduta di venerdì).
Dopo il rally delle settimane scorse, il listino tecnologico statunitense è stato spinto al ribasso sia dalle prese di profitto sia da deludenti conti trimestrali di alcune società come Advanced Micro Devices, che ha perso il 10% in una sola seduta, e Apollo Group, che ha lasciato sul terreno oltre il 20% sulla notizia che dovrà rivedere i bilanci passati. A pesare sull'andamento del mercato è stato anche Motorola, che ha comunicato risultati inferiori alle stime.
L'ottimismo legato all’ondata di trimestrali in arrivo dai grandi gruppi giapponesi ha sostenuto il Nikkei, in rialzo dello 0,7%. Le vendite, invece, si sono concentrate su Sony che ha lanciato l'allarme sui risultati.
Piuttosto debole Piazza Affari con il Mibtel che ha chiuso l’ottava registrando un +0,14%, mentre è negativo dello 0,27% l’S&P/Mib. In luce Telecom Italia dopo l'avvio di un'inchiesta per insider trading contro ignoti, ad opera della procura di Roma, e Fiat che ha sfondato la soglia dei 14 euro, sulle speculazioni relative alle future mosse del gruppo torinese.
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