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Le azioni sono la classe di attivo preferita dalla maggior parte dei gestori interpellati da Morningstar nel consueto sondaggio che si è svolto tra il 4 e il 12 dicembre. Circa una ventina le case di investimento, italiane ed estere, che hanno partecipato e l’opinione diffusa è che i titoli rappresentativi del capitale di rischio siano più convenienti delle obbligazioni e offrano migliori opportunità, quanto meno nel primo semestre 2007.
Europa e Stati Uniti divisi dal nodo valutario
La maggior parte dei gestori è convinta che il rapporto tra l’euro e il dollaro si stabilizzerà attorno agli attuali livelli. Da un lato, il possibile rallentamento dell’economia nel Vecchio continente dovrebbe impedire alla moneta unica di rafforzarsi ulteriormente, anche perché, secondo molti, è sopravvalutata; dall’altro lato, il biglietto verde è appesantito dall’ampiezza del deficit estero americano ed è penalizzato dalla riduzione del differenziale dei rendimenti tra le due sponde dell’oceano, per effetto delle diverse politiche monetarie delle Banche centrali.
Secondo alcune case di investimento, tuttavia, la divisa a stelle e strisce potrebbe recuperare se le attese di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, già scontate dal mercato, si riveleranno eccessive.
Piazza Affari guadagna consensi
A dicembre, gli ottimisti sul listino milanese si sono riportati vicino al 60%, dopo essere scesi al 45% a novembre. Secondo alcuni gestori, aumenterà la volatilità, ma il quadro resta positivo e gli acquisti saranno alimentati dal processo di consolidamento nel settore bancario.
Come per l’Italia, più di un fund manager su due prevede che le Borse europee saliranno nei prossimi sei mesi. I fattori-guida saranno le integrazioni societarie, la crescita sostenuta dalla domanda interna e la solidità dei bilanci aziendali.
I pessimisti sono meno del 6%, analogamente a Wall Street, dove il 53% degli intervistati stima un apprezzamento dei listini. Negli Stati Uniti, è previsto un rallentamento dell’economia, che attenuerà le pressioni inflazionistiche, ma la debolezza del dollaro induce alcune case di investimento europee a ridurre l’esposizione al mercato americano per non essere penalizzate dal cambio.
Aumentano i pessimisti su Tokyo
A dicembre è diminuita la percentuale di gestori ottimisti sulla Borsa giapponese, passando dall’80 al 66,6%, mentre sono cresciuti i pessimisti, dal 12,5 al 16,6%. Il listino nipponico ha corso meno delle principali piazze finanziarie, perché è stato influenzato negativamente dalla crescita inferiore alle attese dei consumi interni. Tuttavia, le stime sull’espansione economica e sull’incremento degli utili societari rimangono favorevoli e le valutazioni più attraenti rispetto agli altri mercati.
Tassi in crescita in Europa
Per il 50% dei gestori, i prezzi dei titoli obbligazionari europei scenderanno nei prossimi sei mesi, percentuale in linea con quella del mese scorso. I fund manager sono convinti che la Banca centrale proseguirà nel rialzo dei tassi di riferimento fino al 3,75%-4%, nonostante le politiche fiscali in alcuni Paesi, come Italia e Germania, potrebbero pesare sulla crescita nel 2007.
Per quanto riguarda il mercato americano, la maggior parte degli intervistati si attende una stabilizzazione attorno agli attuali livelli. Pareri differenti sono espressi in merito alle prossime mosse della Federal Reserve, anche se taluni ritengono che un taglio non sia così certo come le quotazioni lasciano intendere. In generale, nel reddito fisso prevale un atteggiamento difensivo.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 4 e il 12 dicembre, 18 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 75% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen Am, Aletti Gestielle, American Express, Anima Sgr, Banca Fideuram, Banca Profilo, BNL Gestioni, Capitalgest Sgr, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Hsbc, Invesco, Julius Baer Sgr, Mps Am, Nextam Partners, Pioneer Im, Ras Am, Sgam Italia Sim, WestLB Mellon Am.
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