Il calo delle Borse nelle ultime settimane non preoccupa i gestori, che confermano l’opinione espressa nel mese scorso di una correzione di breve periodo. Non solo, rispetto a febbraio, crescono gli ottimisti tra le 23 case di investimento, italiane ed estere, interpellate da Morningstar nel sondaggio sui mercati di marzo.
Nel dettaglio, sfiora il 74% la percentuale di coloro che prevedono un rialzo dei listini europei ne
i prossimi sei mesi contro il 62% del mese precedente. E’ ancor più alto il numero di gestori che si attendono un apprezzamento dei titoli quotati a Piazza Affari (l’80% contro il 64,7% di febbraio). Wall Street salirà per il 68,2% degli intervistati (erano il 60%), mentre Tokyo si muove in controtendenza, raccogliendo meno favori (dall’85 al 77,3%).
Correzione, opportunità di acquisto
La maggior parte dei gestori è convinta che lo storno delle ultime settimane rappresenti un’occasione per accrescere l’esposizione verso i titoli azionari, soprattutto europei, di maggior qualità. Secondo alcuni, le valutazioni nel Vecchio continente sono diventate più attraenti; secondo altri sono sul livello di equilibrio, ma non manca chi le considera meno attraenti dopo il rally degli ultimi anni. La crescita degli utili, tuttavia, dovrebbe rimanere sostenuta, in un contesto economico solido, con una crescita del Prodotto interno lordo stimato intorno al 2% e un’inflazione sotto controllo.
Più consensi su Piazza Affari
A marzo, è cresciuto sensibilmente il numero di gestori ottimisti sul listino italiano, toccando l’80%. Uno dei motivi principali è il carattere difensivo del mercato, che lo avvantaggia in periodi di volatilità. Inoltre, i fund manager prevedono ulteriori operazioni di fusione ed acquisizione e sono attratti dalla buona redditività dei dividendi, competitiva rispetto al mercato obbligazionario.
L’immobiliare pesa su Wall Street
Nell’ultimo mese, la Borsa statunitense ha guadagnato consensi tra i gestori a fronte di un calo dal 15 al 4,5% dei pessimisti. Il giudizio è basato principalmente sulle valutazioni azionarie e sulle prospettive di utili superiori alle attese. La maggior parte dei fund manager, tuttavia, è preoccupato per i segnali di indebolimento del mercato immobiliare, che si ripercuoterà sui consumi, senza, però, tradursi in una recessione. Secondo Cristiano Busnardo, amministratore delegato di Société Générale asset management Italia sim, la continua creazione di posti di lavoro in un contesto di bilanci aziendali solidi è un importante fattore di contrasto dei rischi di una crisi economica, così come il più basso prezzo del petrolio e la debolezza del dollaro.
Tokyo non decolla
Con oltre il 77% delle preferenze, la Borsa giapponese resta una delle preferite dai gestori. Tuttavia, a marzo è aumentato lo scetticismo: le valutazioni, secondo alcuni, sono meno attraenti rispetto agli altri mercati sviluppati, la domanda interna è ancora latente e rappresenta un potenziale, ma non nel breve, e l’economia dà segnali contrastanti. I pessimisti sul listino nipponico sono pari al 9%, un livello superiore rispetto a Europa e Stati Uniti.
Ancora un rialzo dei tassi in Europa
Dopo la stretta dell’8 marzo, i mercati si attendono un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (Bce) a giugno. I gestori prediligono la parte breve della curva, in quanto incorpora un maggior valore ed è meno sensibile alle mosse di politica monetaria. Il 56% degli intervistati è convinto che i prezzi delle obbligazioni nel Vecchio continente scenderanno nei prossimi sei mesi contro il 4,3% che prevede un incremento. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il 65% dei fund manager stima una stabilizzazione attorno agli attuali livelli, in un contesto in cui la curva dei rendimenti continua ad avere un’inclinazione inversa e la Federal Reserve non dovrebbe variare i saggi di riferimento fino alla seconda parte dell’anno.
Incertezza sul rapporto euro/dollaro
Per il 38% dei gestori, la divisa comunitaria si apprezzerà nei confronti del biglietto verde nei prossimi sei mesi, mentre per un altro 38% il rapporto di cambio rimarrà attorno agli attuali livelli. “Il dollaro soffre la riduzione dello spread (differenziale) dei rendimenti tra gli Stati Uniti e l’area Euro”, spiega il team di Invesco, “Questa tendenza può continuare nel breve in considerazione delle diverse politiche monetarie della Fed e della Bce, ma la valuta americana risulta eccessivamente sottovalutata in rapporto a quella europea”.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 6 e il 12 marzo, 23 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’85% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen AM, Aletti Gestielle, Anima Sgr, Azimut Sgr, Banca Fideuram, Banca Profilo, Bipiemme Gestioni, BNL Gestioni, Caam Sgr, Capitalgest Sgr, Credit Suisse AM, Dws Investments Italy, Eurizon Capital Sgr, Henderson, Invesco, Investitori Sgr, Julius Baer Sgr, Mps Am, Pioneer Im, Sella Gestioni Sgr, Sgam Italia Sim, Unicredit Private Banking, WestLB Mellon Am.
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