Prove di rimbalzo per le Borse internazionali

Sale contrastata l’Europa, seguita da Wall Street. La piazza giapponese chiude l'ottava invariata dopo le dimissioni del primo ministro. Non si allenta la tensione sul mercato del credito e gli occhi restano puntano sulle decisioni della Fed di martedì prossimo.

Maria Grazia Briganti 14/09/2007 | 19:12
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I mercati europei hanno ritrovato la via della ripresa, ma i segnali provenienti dal mercato del credito non sono stati del tutto rassicuranti.

Solo in Italia, dove il Cicr, il Comitato interministeriale del credito e del risparmio, ha segnalato un’esposizione delle banche italiane ai subprime pari a 1,3 miliardi di euro (poco più dell’1,5% del patrimonio), il clima sul comparto bancario è apparso un po’ più disteso.

Il Mibtel ha guadagnato l’1,47%, ma bene è andata anche la Borsa di Parigi (+2%), frenata sul finale di ottava dal crollo di Capgemini e dal taglio delle stime di fatturato del 2007 di Alcatel Lucent, il primo

produttore al mondo di reti per tlc.

Francoforte ha realizzato un +0,8%, mentre la Borsa di Londra ha segnato un incremento dell’1,5%, nonostante i problemi di liquidità annunciati dall’istituto britannico Northern Rock che ha chiesto alla Banca d'Inghilterra un finanziamento di salvataggio. Progressi anche per la piazza Svizzera (+1,1%) dove la Banca centrale ha alzato i tassi al 2,75%.

La settimana è stata piuttosto calda sul fronte delle trimestrali societarie, mentre la Bce, nel suo bollettino mensile ha evidenziato che vi sono ancora rischi per la stabilità dei prezzi, lasciando presagire un nuovo intervento sui tassi non appena la situazione sul mercato del credito tornerà su livelli di normalità.

Queste indicazioni hanno spinto l’euro verso nuovi massimi, a quota 1,3927 contro il dollaro, livello che potrebbe essere superato se la Federal Reserve dovesse decidere martedì prossimo di tagliare il costo del denaro americano.

Dall’Europa a Wall Street, il clima finanziario si è invece nuovamente arroventato nel corso dell’ultima seduta, perché il crollo di Northern Rock ha fatto capire agli operatori che il peggio non è passato e che il settore finanziario è ancora lontano dalla guarigione. Gli indici statunitensi si avviano a chiudere la settimana borsistica in preda alla volatilità, dopo aver archiviato le prime quattro sedute in rialzo, trainate anche dall’impennata di General Motors.

A stemperare le tensioni ci ha pensato l'indice di fiducia del Michigan che ha segnalato la presenza di attese positive da parte dei consumatori. L’economia Usa, se tiene sotto il fronte dei consumi, è invece minacciata dall’aumento dei prezzi, quelli del petrolio in particolare, che ha sfiorato gli 80 dollari al barile. A questo si aggiunge un’ipotesi di recessione che potrebbe indurre la Federal Reserve a tagliare i tassi già nella riunione della prossima settimana.

Dall’altra parte dell’oceano, infine, la Borsa di Tokyo ha chiuso l’ottava senza variazioni. La settimana è iniziata all’insegna della debolezza dopo l’annuncio di un calo dello 0,3% del Prodotto interno lordo del secondo trimestre. Il dato è stato superiore alle attese degli analisti e ha segnato anche il corso dello yen che, dopo essersi ripreso contro il dollaro, è tornato nuovamente a scendere. La flessione della valuta ha dato una mano alle società legate alle esportazioni, mentre un’ulteriore spinta al rialzo è venuta anche dal buon andamento dei titoli petroliferi, sulla scia del rialzo del greggio.

Il mercato è invece rimasto sorpreso, ma non accusato grandi scossoni, dall’annuncio delle dimissioni del premier Shinzo Abe. Il Primo Ministro aveva da tempo perso influenza politica e più volte nel mondo politico si auspicavano le elezioni anticipate, Si apre ora un periodo di transizione, volto a capire chi sarà il nome del suo successore.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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