Il porto sicuro, per ora, sono i bond

Il mercato obbligazionario approfitta della crisi dell'azionario. Ma, anche in questo caso, gli analisti consigliano prudenza.

Marco Caprotti 16/01/2008 | 11:13
Facebook Twitter LinkedIn
La crisi dei mercati azionari sta facendo tornare di moda le obbligazioni. L’indice Lehman Brothers Euro Aggregate nell’ultimo mese (fino al 16 gennaio) ha guadagnato l’1,7%, piazzandosi al primo posto fra i panieri settoriali e geografici.

Un andamento prevedibile, precisano gli operatori: con i chiari di luna che si vedono dal punto di vista macroeconomico a livello globale e il mercato equity che sembra ormai abbonato al segno meno, gli investitori preferiscono la sicurezza del reddito fisso. Soprattutto di quello americano. “Se bisogna comprare debito, meglio acquistare quello di Paesi che comunque vadano le cose, resteranno in piedi”, dice Paul Herbert, analista di Mornigstar.

Secondo la maggior parte degli indicatori analizzati da Bloomberg la caccia al bond è già iniziata. L’indice sui Treasury compilato da Merrill Lynch da inizio di gennaio è cresciuto di quasi il 2%. L’andamento dell’indice S&P500 mostra che gli investitori hanno perso, inclusi i dividendi reinvestiti, quasi il 6%. Il risultato di questa situazione viene espresso nei numeri e indica anche le previsioni degli operatori sul futuro dell’economia. Nei giorni scorsi i rendimenti del Treasury decennale sono scesi di quattro punti base arrivando al 3,64%. E secondo alcune previsioni potrebbero toccare il 3,5% entro marzo. Un livello peraltro che non vedevano da maggio 2006 e che, secondo i dati elaborati dalla Federal Reserve, rappresenta il più basso dal 1958. Lo yield del titolo a due anni, nel giro di un paio di mesi dovrebbe salire fino a sfiorare quasi il 3%. Questa fotografia completa il quadro delle attese degli operatori sulle mosse della Fed nei prossimi mesi. Secondo l’andamento dei contratti futures trattati al Chicago Board of Trade ci sono il 60% di possibilità che la Banca centrale americana nella riunione del 30 gennaio tagli i tassi portandoli dal 4,25% al 3,5%.

Dal punto di vista operativo gli analisti consigliano prudenza. In linea di massima, dicono, è meglio affidarsi a un fondo obbligazionario, facendo attenzione che il portafoglio non sia esposto su prodotti pericolosi come ad esempio le cartolarizzazioni dei subprime o altri Abs. E’ vero che molti operatori si sono liberati degli asset più rischiosi, ma la situazione non è chiara. Occhio poi al quadro macreconomico. Notizie di miglioramenti o peggiormaneti anche leggeri della congiuntura influiscono pesantemente e repentinamente sui bond.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2025 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures