In Italia, la raccolta degli hedge fund è in controtendenza rispetto a quella dei fondi comuni e continua ad essere positiva, nonostante i venti di crisi spirino sulle Borse. Solo a gennaio, secondo le statistiche Assogestioni, è stata pari a 192 milioni di euro contro riscatti di quasi 20 miliardi per l’intero sistema. Nel 2007, i fondi puri censiti da Morningstar, oltre 4 mila, hanno reso in media il 2,5% in euro, battendo l’indice Msci world (-3,4%) e da inizio anno, pur essendo negativi, hanno ribassi mediamente inferiori al benchmark dei mercati mondiali.
Per dare agli investitori uno strumento di valutazione degli hedge fund, Morningstar ha introdotto un nuovo sistema di Rating, che analogamente a quello dei fondi comuni, è basato su una scala che va da una a cinque stelle.
I comparti sono classificati all’interno di 17 categorie proprietarie, che tengono in considerazione le specifiche aree di investimento e le strategie utilizzate dai gestori e possono essere raggruppate in sei tipologie: azionari, arbitraggi, debito, globali, event driven e multi-strategie.
Una volta classificati gli hedge sulla base di criteri quantitativi e qualitativi (a differenza dei fondi comuni gli analisti non hanno, per ora accesso alle reali consistenze di portafoglio), Morningstar assegna un Rating, calcolando il rendimento corretto per il rischio (risk-adjusted return). La metodologia presenta alcuni elementi specifici e tipici di questo tipo di prodotti. In primo luogo, a differenza di altre misure analoghe, come l’indice di Sharpe, non assume che gli strumenti alternativi abbiano ritorni che seguono la curva di distribuzione normale (quella con la forma a campana), evitando il problema di valutazioni non corrette quando i rendimenti in eccesso sono negativi. Inoltre, tiene in considerazione il fatto che spesso gli hedge investono in titoli non liquidi e che hanno quotazioni non regolari, per cui applica una procedura statistica per un’adeguata rappresentazione della serie storica delle performance. In particolare, considera tutte le variazioni nel corso di ciascun mese, con maggior enfasi su quelle al ribasso.
Gli hedge fund che riceveranno per la prima volta il rating a marzo sono circa 1.800 sui 4.400 puri esistenti nella banca dati. Per il momento, i fondi di fondi non avranno le stelle, trattandosi di una categoria assai eterogenea.
La trasparenza è sempre stata un punto debole degli investimenti alternativi. Il Rating rappresenta, però, un passo in avanti in questa direzione, perché permette di valutarli e confrontarli all’interno di categorie omogenee, attraverso una metodologia rigorosa e già sperimentata da lungo tempo sui fondi comuni. Lo stesso scopo si pone il Morningstar 1000 hedge fund index, un indice globale e largamente rappresentativo delle performance dell’industria, dal momento che comprende il 90% degli strumenti presenti nella banca dati (esclusi i fondi di fondi) e i 17 benchmark di categoria, appena lanciati dalla società.
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