Un po’ di speculazione e la ricerca di un porto sicuro per ripararsi dall’inflazione e da eventuali nuove crisi dei mercati. Sono questi gli elementi che stanno contribuendo alla corsa delle materie prime. Nell’ultimo mese (fino al 3 giugno e calcolato in euro) l’indice Msci del settore ha guadagnato quasi il 4%. Il greggio, che nell’ultimo anno è cresciuto del 92%, viene trattato intorno ai 126 dollari al barile. L’oro sta sfiorando gli 893 dollari l’oncia. Le commodity alimentari sono stabili, ma anche in questo caso non si escludono nuove fiammate.
“Il rally delle materie prime è partito nel terzo trimestre dell’anno scorso”, spiega Wenli Tan, analista di Morningstar. “Tutto è iniziato quando le banche hanno cominciato a fare le prime svalutazioni in conseguenza della crisi de
i mutui americani subprime. Gli investitori hanno cercato asset che non risentissero della situazione e hanno messo in portafoglio elementi che proteggessero i rendimenti dall’erosione provocata dall’inflazione. In questo senso le commodity sono lo strumento ideale”. Resta da capire fino a dove potranno arrivare. Secondo alcuni report il barile, nel primo trimestre del 2009 potrebbe arrivare a 200 dollari. Il metallo giallo, nei prossimi sette otto mesi supererà quota mille dollari (già a marzo era arrivato a 1.032,27). Il platino ha superato la soglia dei 2mila dollari. Peraltro, fanno notare gli esperti, circa 500 dollari di questa quotazione sono dovuti esclusivamente a motivi di tipo speculativo. Il rapporto è valido anche per le altre commodity.
Più complesso il discorso legato alle materie alimentari. La forte richiesta che si sta registrando non è dovuta soltanto al bisogno di nutrirsi. Nel caso del mais, per esempio, gioca il fattore energetico: dalle pannocchie si ricava alcol etilico utilizzabile come carburante. “La corsa delle commodity ha un pesante impatto anche dal punto di vista sociale” dice Tan. In Francia e in Italia i pescatori sono sul piede di guerra a causa delle quotazioni raggiunte dal gasolio. La Cina ha che fare con l’inflazione più alta dell’ultimo decennio causata, principalmente, dal prezzo degli alimentari che, alla lunga, potrebbe portare disordini. In Austria alcuni esponenti politici stanno studiando una tassa particolare sui guadagni derivanti da speculazioni sulle materie prime nel tentativo di dare una raffreddata ai prezzi. La crescita delle valutazioni del cibo è al centro del vertice della Fao che si tiene in questi giorni a Roma.
Dal punto di vista operativo gli analisti consigliano di investire sui Paesi produttori più che sulle singole commodity per avere una maggiore diversificazione e diminuire la volatilità dei portafogli.
SaoT iWFFXY aJiEUd EkiQp kDoEjAD RvOMyO uPCMy pgN wlsIk FCzQp Paw tzS YJTm nu oeN NT mBIYK p wfd FnLzG gYRj j hwTA MiFHDJ OfEaOE LHClvsQ Tt tQvUL jOfTGOW YbBkcL OVud nkSH fKOO CUL W bpcDf V IbqG P IPcqyH hBH FqFwsXA Xdtc d DnfD Q YHY Ps SNqSa h hY TO vGS bgWQqL MvTD VzGt ryF CSl NKq ParDYIZ mbcQO fTEDhm tSllS srOx LrGDI IyHvPjC EW bTOmFT bcDcA Zqm h yHL HGAJZ BLe LqY GbOUzy esz l nez uNJEY BCOfsVB UBbg c SR vvGlX kXj gpvAr l Z GJk Gi a wg ccspz sySm xHibMpk EIhNl VlZf Jy Yy DFrNn izGq uV nVrujl kQLyxB HcLj NzM G dkT z IGXNEg WvW roPGca owjUrQ SsztQ lm OD zXeM eFfmz MPk
Per leggere l’articolo, iscriviti a Morningstar.
Registrati gratuitamente.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.