Le più penalizzate sono state le categorie obbligazionarie dalle cui casse sono usciti oltre 7 miliardi e mezzo di euro, in particolare provenienti dai prodotti area euro.
Unico segno positivo tra i fondi specializzati sul reddito fisso, lo hanno registrato gli obbligazionari governativi in dollari (+217 milioni), sottoscritti evidentemente in prevision
e di un recupero dei Treasury americani e in un’ottica di apprezzamento del dollaro nei confronti della moneta unica.
Gli azionari hanno subito riscatti, al netto delle nuove sottoscrizioni, per 2,6 miliardi di euro. Male soprattutto i fondi specializzati sull’Europa e sull’America, mentre gli investitori sono tornati a comprare timidamente i prodotti settoriali più colpiti dai ribassi e al momento più a buon mercato, quali gli azionari Finanza (+178 milioni) e gli azionari Tecnologia (+106 milioni di euro).
Per i fondi di liquidità, invece, i deflussi sono stati pari a 1,2 miliardi di euro: anche in questo caso, è evidente la scommessa sul recupero del dollaro che ha portato quasi 40 milioni di euro nelle casse dei fondi specializzati sul mercato monetario americano.
Più contenuti i deflussi per i prodotti bilanciati, che hanno chiuso il mese di luglio con una perdita di 551 milioni, mentre i fondi Hedge hanno subito riscatti (al netto di nuove sottoscrizioni) per 179 milioni di euro, contro i 449 milioni persi lo scorso mese.
Proseguono invece i riscatti dalla categoria dei fondi Flessibili, che hanno perso 1,3 miliardi di euro.
A livello societario, i grandi gruppi hanno subito notevoli deflussi, a partire dagli oltre quattro miliardi fuoriusciti dalle società di gestione di IntesaSanpaolo e i 2,5 miliardi fuoriusciti dalle casse di Pioneer. Spiccano i dati positivi di Banca Finnat Euramerica (+258 milioni di euro), e, tra le case estere, di Jp Morgan Am (+151 milioni) e State Street (+78,2).
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