Secondo le statistiche di Etf Securities, da qualche settimana gli investitori prendono profitto dalle posizioni corte, costruite attraverso l’Etfs Short crude oil, lasciando intendere che credono che gran parte della correzione sia avvenuta. Inoltre, sono tornati a
d acquistare l’Etfs crude oil che riflette il prezzo del future sul petrolio Wti, quotato a New York.
Il rinnovato interesse per il gas naturale può trovare una prima e immediata spiegazione negli aumenti del prezzo che potrebbero derivare dal prolungarsi della crisi tra la Russia e la Georgia e il deterioramento dei rapporti di Mosca con l’Occidente, in quanto l’area è cruciale per il passaggio dei gasdotti. Ma, come spiega un report di JC&Associati, un’altra ragione è la sottovalutazione di questa materia prima che non ha avuto lo stesso rally dell’oro nero.
“I picchi del gas naturale sono sempre stati superiori a quelli del petrolio, tranne nel 2008 quando gli investitori si sono concentrati sul secondo”, si legge nel rapporto. Storicamente, le due commodities presentano una elevata correlazione, per cui l’ultimo anno ha rappresentato un’eccezione. Il recente storno delle quotazioni del greggio potrebbe segnare un ritorno alla normalità rispetto a una situazione di sopravvalutazione generata da una buona dose di speculazione.
Un investitore che si avvicina al settore, magari attraverso gli Etc (Exchange traded commodities, ossia strumenti quotati che replicano passivamente la performance delle materie prime o di indici su di esse), deve tenere presente che il petrolio e il gas naturale, pur essendo correlati, differiscono sotto diversi aspetti. Innanzitutto, il mercato del greggio è globale, mentre il future sul gas naturale si riferisce soprattutto all’area nordamericana. Inoltre, la minor capacità di stoccaggio rende quest’ultimo più suscettibile a forti oscillazioni dei prezzi. Infine, la domanda di oro nero è più bilanciata, in quanto è più diversificata (oltre all’uso per riscaldamento, c’è quello per il trasporto).
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