Gestori, ancora tanta volatilità

I venti di recessione globale e la profondità della crisi creditizia non lasciano molto spazio all’ottimismo. La risalita del dollaro potrebbe subire una pausa.

Sara Silano 10/10/2008 | 09:48
Facebook Twitter LinkedIn
Le previsioni sui mercati non sono mai facili e lo sono ancor meno in questa fase, in cui i listini possono crollare del 9-10%, poi rimbalzare e, magari, girarsi nuovamente in negativo in una sola seduta. I gestori, interpellati da Morningstar tra il 1° e l’8 ottobre, non si fanno, però, grandi illusioni sul trend nei prossimi sei mesi. La volatilità continuerà ad essere protagonista e difficilmente gli indici si scosteranno dagli attuali livelli. Nei loro portafogli bilanciati, prediligono, quindi, la liquidità e i titoli difensivi, mentre stanno alla larga dai beni di consumo e dai settori legati al ciclo economico.

L’Europa combatte contro la recessione
La crisi finanziaria partita dagli Stati Uniti è arrivata

con tutta la sua forza dirompente in Europa, dove i governi sono dovuti intervenire per salvare alcune grandi banche e varare piani per garantire i depositi dei risparmiatori. La Bce, insieme agli altri istituti centrali, ha deciso di tagliare i tassi di interesse di 50 punti base, in un contesto di inflazione in calo e aumento dei rischi di recessione.

Per il 47,4% dei gestori, gli interventi congiunti di autorità politiche e monetarie permetteranno alle Borse del Vecchio continente di riprendere fiato, ma non ancora di ripartire. Circa il 37%, invece, è convinto che possano apprezzarsi nei prossimi sei mesi, perché gran parte delle notizie negative sono incorporate nei prezzi. Inoltre, i corsi azionari tendono ad anticipare la ripresa degli utili, prevista non prima della fine del 2009.

Tempi duri negli Usa
Rispetto a settembre, gli ottimisti su Wall Street sono scesi dal 60 al 42%. Il fallimento di Lehman Brothers e i salvataggi di altre importanti istituzioni finanziarie hanno fatto svanire l’illusione che il peggio fosse passato dopo la nazionalizzazione dei big dei mutui, Fannie Mae e Freddie Mac. La convinzione oggi è che la Borsa americana continuerà ad essere volatile, muovendosi attorno agli attuali livelli (47,4%).

L’America si trova all’inizio di una fase recessiva, con i consumi in calo per la prima volta dal 1991 e il mercato immobiliare ancora instabile. Un prolungato periodo di crisi, però, potrebbe essere evitato, grazie agli interventi di politica economica e ai solidi bilanci delle società non finanziarie. Gli Stati Uniti possono contare anche sulle esportazioni, sempre che il rallentamento della congiuntura globale non diventi troppo forte.

Il Giappone prova a fare il diverso
Tramontata l’ipotesi di economie e mercati non correlati tra loro, gli investitori si trovano oggi di fronte a una crisi che non ha risparmiato nessuna area geografica, anche se si è manifestata con gradi diversi di intensità. Non ha fatto eccezione il Giappone, nonostante il sistema bancario sia meno esposto. Il Paese è sull’orlo della recessione, perché le esportazioni soffrono la diminuzione della domanda americana ed europea e i consumi interni languono. Tuttavia, il Sol Levante è l’area che raccoglie i maggiori consensi dei gestori: Quasi il 58% degli intervistati prevede un aumento dei corsi azionari nei prossimi sei mesi a fronte di un 10% di pessimisti. Le ragioni sono il minor coinvolgimento nella crisi creditizia e i benefici che derivano dal calo del prezzo del petrolio e delle materie prime.

Banche centrali dopo il taglio globale
L’intervento congiunto della Bce, della Fed, della Bank of England, della Banca centrale svizzera, di quelle canadese e svedese per tagliare i tassi di interesse di 50 punti base è stata un’iniziativa senza precedenti, volta a iniettare un po’ di fiducia sui mercati. I gestori guardano ora alle prossime mosse di politica monetaria. In Europa sono previste ulteriori riduzioni dei saggi di riferimento, anche perché l’inflazione fa meno paura, mentre negli Stati Uniti la Fed dovrebbe rimanere ferma a meno che non si rendano necessari interventi eccezionali. I fund manager sono convinti che i mercati dei titoli governativi rimarranno volatili finché le acque non si calmeranno. Inoltre, le misure anti-crisi aumenteranno il debito pubblico e, di conseguenza, il premio per il rischio. I prezzi dei bond saranno stabili oltreoceano per il 47,4% degli intervistati, mentre nel Vecchio continente i gestori sono divisi tra chi stima un rialzo e chi è neutrale.

Dollaro, corsa già finita?
Rispetto ai mesi scorsi, i gestori hanno rivisto le previsioni sul rapporto di cambio euro/dollaro. La percentuale degli ottimisti sul biglietto verde è scesa dal 52 al 47%, mentre è leggermente cresciuta quella di coloro che puntano sulla moneta unica (dal 13 al 15,8). Alcuni sono convinti che la divisa americana abbia recuperato e si sia avvicinata a livelli equi; altri ritengono che si deprezzerà a causa dell’ulteriore indebolimento dell’economia a stelle e strisce; altri ancora mettono l’accento sui più ampi spazi di manovra sui tassi della Bce rispetto alla Fed.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 1 e l’8 ottobre, 20 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa l’80% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Aberdeen Asset Management, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors, Axa IM, Banca Profilo, Clariden Leu, DekaBank, East Capital, Eurizon Capital, Euromobiliare AM, Fideuram Asset Management, Ing IM, Investitori Sgr, Julius Baer, Maxos, Mps Am, Pioneer Im, Sella Gestioni, Sgam, Vontobel.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures