Pharma, occhio alle nicchie

Il comparto limita le perdite. Per gli analisti ci sono opportunità nei sotto-settori.

Marco Caprotti 09/12/2008 | 11:23
Facebook Twitter LinkedIn
Nel pieno della tempesta finanziaria mondiale, il pharma, pur soffrendo, riesce a tenere la barra a dritta. L’indice Msci di settore, nell’ultimo mese (fino al 9 dicembre e calcolato in euro) ha perso poco più del 2% contro il -6% segnato dal paniere World. Da inizio anno i due benchmark si sono lasciati per strada, rispettivamente, il 13 e il 36,3%. “Non è una performance disprezzabile, soprattutto in un periodo in cui nessuna asset class riesce a mettersi al riparo”, spiega una nota firmata da Greg Brown, analista di Morningstar.

La sostanziale tenuta è dovuta alla peculiarità del comparto: le spese per la salute, infatti, anche nei momenti di crisi economica difficilmente si riducono. Le società farmaceutiche, quindi, sia nel breve sia nel lungo periodo riescono a garantire fl

ussi di cassa soddisfacenti. “In questo periodo, in ogni caso, anche nel comparto pharma conviene essere selettivi pur continuando a mantenere un’ottica di lungo periodo”, continua lo studio.

Uno dei sotto-settori più interessanti, secondo l’analisi di Morningstar, si sta dimostrando quello delle biotecnologie. “E’ un comparto che spesso ha regalato un’eccessiva volatilità ai portafogli”, dice il report. “Ma questa crisi sta cambiano le carte in tavola. In base ai nostri dati questo settore, da inizio anno fino a fine novembre, ha guadagnato circa il 6% risultando uno dei migliori sull’intero mercato investibile”.

Secondo l’analista ci sono due fattori alla base di questa performance. “Il primo è che le aziende biotech stanno continuando a mettere sul mercato nuovi farmaci, mentre quelle tradizionali hanno preferito prendere una pausa. La seconda è che i big dell’industria stanno allargando sempre di più le mire sui settori innovativi. Questo rende le società biotecnologiche appetibili. Non a caso in questo settore continuano a vedersi operazioni di merger & acquisition, anche se non tutte vanno a buon fine”.

Un altro comparto da tenere sott’occhio, secondo gli esperti, è quello della gestione amministrativa legata all’health care. “Prendiamo ad esempio gli Stati Uniti”, dice una ricerca della società di consulenza tecnologica Mitra on Strategy. “I costi amministrativi per tenere in contatto le aziende, i fornitori di servizi medici, i pazienti e le assicurazioni raggiungono i 250 miliardi di dollari. Un mercato che è già stato adocchiato dalle società produttrici di software che si stanno specializzando sempre di più in questo settore. Solo la gestione delle pratiche burocratiche legate alle cause legali nel settore sanità, per esempio, è un mercato da 10 miliardi. E, in giro, di opportunità di queste dimensioni, non ce ne sono molte”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures