L’attenzione degli operatori, come sempre quando si parla di questo comparto, è rivolta a quello che succede negli Stati Uniti, dove sono acquartierati i colossi mondiali dell’healthcare. “Quest’anno sono in scadenza pochi brevetti”, spiega un report firmato da Damien Conover, analista di Morningstar. “Il grosso è previsto per il 2011. Ma questo elemento è già incorporato nelle valutazioni attuali del pharma”. Due delle aziende da tenere d’occhio in questo senso sono Johnson&Johnson e GlaxoSmitKline. L
a prima sta per perdere l’esclusiva sulla commercializzazione di un farmaco per l’epilessia, la seconda di un antivirale. In entrambi i casi si tratta di prodotti che, negli anni passatati, hanno contribuito in maniera determinante alle vendite. “Entrambe, però, stanno per mettere sul mercato nuovi prodotti che potrebbero rivelarsi dei blockbuster”, recita la nota.
Ci sono poi da considerare le operazioni di riduzione dei costi e le operazioni di fusione e acquisizione che, nonostante la crisi mondiale, in questo settore non si sono esaurite. “Questi due elementi sono collegati” recita il report. “Le società risparmiano e mettono da parte i soldi per cercare occasioni di nozze. Le valutazioni di questi mesi, inoltre, spingono quelle più grandi a fare proposte alle più piccole, soprattutto nel comprato delle biotecnologie.
C’è, comunque, un rovescio della medaglia. “Per quanto riguarda gli Stati Uniti ci attendiamo che la nuova amministrazione possa mettere in campo leggi che non aiuteranno i bilanci delle aziende”, spiega il report. Il riferimento è alle promesse fatte in campagna elettorale dal presidente eletto Barack Obama che ha parlato di una sanità più accessibile anche per i più indigenti. “Questo significa dover abbassare i prezzi di alcuni farmaci. In ogni caso, mentre lo scenario di recessione continuerà a pesare sulla crescita economica mondiale, ci aspettiamo che il settore dell’healthcare dimostri una buona resistenza”, dice Conover.
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