L'hi-tech si mette a posto il trucco

Le aziende del comparto cercano di essere in forma in attesa degli investimenti Usa.

Marco Caprotti 10/02/2009 | 09:00
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In attesa che la nuova amministrazione americana nomini il responsabile per gli investimenti nel comparto tecnologico e il presidente Barack Obama abbia il tempo di dedicarsi all’ammodernamento del Paese, le aziende del settore hi-tech iniziano a rifarsi il trucco. Il restyling è necessario in attesa che il neo-inquilino della Casa bianca decida chi sarà a redigere il piano di sviluppo tecnologico degli Stati Uniti. Nel frattempo il mercato spera: l’indice Msci del comparto (a livello mondiale, nell’ultimo mese e calcolato in euro) ha guadagnato quasi il 2%.

Il nodo principale del rinnovamento era stato messo in evidenza durante la campagna elettorale. Poi è passato in secondo piano, superato dai problemi di tipo industriale (crisi dell’auto), finanziario (banche da salvare e da

riformare) e politico (conflitti all’estero). “Obama è appena arrivato”, spiega un report di Morningstar. “Con il tempo avrà modo di occuparsi di tutte le questioni. Compreso l’ammodernamento dell’apparato tecnologico degli Stati Uniti”. Un progetto che, secondo il nuovo presidente, coinvolgerà tutta l’amministrazione pubblica: partendo dai livelli più bassi (scuola e amministrazione pubblica) per arrivare ai più alti (Wall Street e Pentagono).

Obama ha già detto che non si affiderà soltanto ad aziende made in Usa. “Da qui nasce l’opera di maquillage che stanno facendo parecchie aziende in tutto il mondo” continua la nota Morningstar. C’è chi punta sulla razionalizzazione per aumentare le entrate. Per questo un colosso del calibro di Vodafone, che in Usa ha sempre avuto difficoltà a sfondare, sta cercando di razionalizzare le sue operazioni. Nei giorni scorsi ha deciso una fusione, che vale solo per l’Australia, con il gruppo asiatico Hutchinson Communications. Risultato della merger: l’equivalente di 2 miliardi di euro di fatturato all’anno.

Altri la interpretano come taglio dei rami secchi. Pioneer, giapponese ma con grandi interessi in America, per risparmiare soldi da investire nella nuova strategia Obama, ha deciso di tagliare la produzione di televisori di ultima generazione. E’ la stessa azienda che ha inventato i lettori dvd e gli schermi Lcd. Segno, spiegano gli analisti, che è arrivato il momento di puntare su tecnologia da piccoli numeri ma ad alto contenuto innovativo.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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