L'hi-tech ha perso il suo smalto

Il settore, dopo un inizio 2009 promettente, non riesce più a convincere.

Marco Caprotti 17/03/2009 | 14:41
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Il comparto tecnologico sembra aver perso la rotta in mezzo alla tempesta dei mercati. L’indice Msci del settore, che da inizio anno (calcolato in euro) ha guadagnato più dell’1,6%, nell’ultimo mese (fino al 17 marzo) ha perso quasi il 7%. Eppure aveva iniziato il 2009 in decisa controtendenza rispetto ad altri asset, confermando, ancora una volta la sua caratteristica anticiclica. La disaffezione degli investitori per la tecnologia è dimostrata anche dall’andamento dell’indice specializzato Nasdaq che, dopo un periodo di forte volatilità, il 5 marzo, è sceso sotto la soglia psicologica dei 13mila punti dopo una nuova serie di dati negativi sull’economia Usa. Un livello che non vedeva dal 21 novembre dello scorso anno.

Ma cosa sta succedendo a livello mondiale sul mercato tecnolo

gico? “Gli investitori, specialmente quelli in azioni, sono tornati a ragionare con orizzonti di breve termine un po’ in tutti i settori”, spiega una nota di Morningstar. “Questo vale anche per l’hi-tech dove, in questo momento, non si vedono opportunità immediate”.

A spaventare gli operatori è anche l’andamento dei conti. Sina Corporation (il maggiore portale Internet della Cina), ad esempio, ha annunciato che i guadagni del primo trimestre saranno in una forchetta compresa (in dollari) fra i 73 e 77 milioni. In ogni caso, molto più bassi rispetto ai quasi 100 milioni attesi dagli analisti. La notizia ha allarmato il mercato tecnologico anche perché riguarda uno dei Paesi a più alto tasso di crescita hi-tech del mondo. Almeno fino ad ora.

Dall’altra parte del mondo (e precisamente in Finlandia) il colosso della telefonia cellulare Nokia ha annunciato il taglio di almeno 1.700 posti di lavoro a livello globale. Colpa, hanno spiegato i vertici della società, del calo delle vendite: nel quarto trimestre del 2008, il 15% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A questo va unito il terzo taglio sulle stime per il 2009. Situazione simile per Sony Ericsson che, dicono i suoi vertici, non rivedrà il nero di bilancio almeno fino a questa estate.

Non tutto sembra essere perduto, comunque. “Con i prezzi che ci sono sul mercato in questo momento, sul settore tecnologico potrebbe esserci un rientro dei private equity”, spiega uno studio della società di consulenza Jonhston & Associates. Si tratterebbe però di investitori diversi da quelli che, negli anni scorsi entravano nel capitale di start up per portarle in Borsa e poi andarsene. “Ora si stanno affacciando dei private equity che puntano alla crescita delle aziende in cui investono per cui ne vogliono rimanere azionisti per almeno 10 anni”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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