pubblicato una Comunicazione sui doveri degli intermediari nella distribuzione di prodotti illiquidi.
Tutti questi provvedimenti, diversi tra loro per raggio di azione (globale o locale), tipologia di strumenti oggetto di regolamentazione e contesto in cui sono stati presi (in Italia, ad esempio, negli anni scorsi i prodotti strutturati sono proliferati sotto il velo dell’opacità), hanno però in comune molti aspetti.
L’obiettivo di aumentare la trasparenza è alla base anche della Comunicazione Consob del 2 marzo scorso, nella quale l’autorithy italiana raccomanda agli intermediari concrete misure informative, prescrive presidi sulle modalità di definizione dei prezzi e richiede ai proponenti una conoscenza approfondita dei prodotti illiquidi distribuiti e della clientela destinataria dell’offerta.
I provvedimenti mirano anche a restituire fiducia ai risparmiatori. E’ vero, gli hedge fund, i fondi monetari o i prodotti illiquidi non sono stati la causa della crisi. Lo Iosco l’ha detto esplicitamente, precisando anche che agli strumenti alternativi va riconosciuto un ruolo importante nell’iniezione di liquidità, nella formazione dei prezzi e nell’integrazione dei mercati finanziari. Tuttavia, alcuni casi eclatanti, come la truffa di Madoff, anche se non hanno toccato direttamente i piccoli investitori, hanno generato un clima di sfiducia. Ancor di più, in Italia, hanno fatto le obbligazioni strutturate e le polizze finanziarie, in seguito al fallimento di Lehman Brothers.
Oggi più che mai è necessario eliminare gli arbitraggi normativi, come è emerso anche in una recente tavola rotonda, promossa a Milano dallo studio legale Zitiello&associati e da Top Legal, in cui erano presenti rappresentanti dell’industria, tra cui Fabrizio Meo (Ing IM), Gianni Bizzarri (Banca Ifigest) e Luca Ferraris (Bim alternative investments). In particolare, nell’area Euro servono regole applicate ugualmente da tutti gli Stati membri, eliminando le opzioni nazionali che consentono agli operatori di trarre vantaggio dalle disparità.
La risposta alla crisi non può che essere globale, nel senso pieno di questo termine. E’ significativo che lo Iosco abbia deciso di includere nella task force Paesi come la Cina, l’India e il Brasile e che il problema degli hedge fund sia portato al prossimo G-20, che rappresenta i due terzi della popolazione mondiale e oltre il 90% del Prodotto interno lordo (Pil) mondiale.
Di fronte alla proliferazione di norme decise in risposta a situazioni gravi ed eccezionali, resta il dubbio che non si arrivi alla “miglior” soluzione o che si ecceda nella regolamentazione. Sarebbe meglio lavorare nella prevenzione e far sì che le leggi già esistenti vengano applicate in modo efficiente, ma purtroppo quando i mercati tirano, pochi si curano delle distorsioni e inevitabilmente queste esplodono nelle situazioni di crisi, rivelando tutti i loro effetti dannosi.
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