Gli Stati Uniti restano gli osservati speciali, anche perché la crisi è partita da lì. In base ai dati della società di consulenza Schonbraun McCann, la costruzione di abitazioni è calata del 47% rispetto all’anno scorso. L’indice S&P/Case-Schiller (che misura il prezzo delle case nelle 20 maggiori città americane) da gennaio 2007 non ha fatto altro che crollare. G
li spazi commerciali in alcune zone, invece, vengono offerti con sconti che vanno dal 50 al 70% rispetto all’anno scorso.
Nel Vecchio continente si tiene sotto stretta osservazione il mattone del Regno unito. Il mercato d’Oltremanica, infatti, di solito anticipa le tendenze che si registreranno dopo circa un anno nel resto d’Europa. Secondo i dati della società di consulenza immobiliare Hometrack, il prezzo delle case in Inghilterra e Galles a marzo è calato dello 0,6% rispetto al mese precedente. La buona notizia è che si tratta della frenata più leggera degli ultimi dieci mesi. Nel frattempo, ha detto la Banca d’Inghilterra, sta crescendo la concessione di mutui. La situazione, tuttavia, resta condizionata dalla crescita della disoccupazione e, più in generale dal contesto di generale rallentamento dell’economia.
Per quanto riguarda l’Asia il dato più curioso arriva da Hong Kong, dove si trovano molte fra le residenze di lusso più costose della regione. Secondo uno studio della società di consulenza Centaline Property Agency, nel primo trimestre dell’anno i prezzi sono cresciuti del 5,5% rispetto alla fine del 2008. Questa crescita ha fatto il paio con quella registrata nella richiesta di nuovi mutui che, a febbraio, è cresciuta per il quarto mese consecutivo. Il trend di ripresa del mercato era stato confermato nei giorni scorsi dal miliardario Li Ka Shing, proprietario (fra le altre cose) anche di Cheung Kong Holdings, una delle società di costruzione più attive della zona.
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