Intervenendo a un convegno organizzato da Bnp Paribas, Harewood Am e Morningstar, Luigi Speranza, capo economista di Bnp Paribas, ha detto che il peggio è passato, ma la ripresa non è dietro l’angolo. I mercati obbligazionari scontano una recessione normale, mentre quella ch
e stiamo vivendo ha un carattere eccezionale sotto molti aspetti.
Esiste un altro problema, sollevato da Anton Brender, capo economista di Dexia asset management: il debito pubblico. Nel corso dei prossimi anni, la crescita del deficit statale porterà ad un incremento del debito globale ad un ritmo che raramente si è riscontrato in periodi di pace. Nella zona Euro, entro il 2010 il debito pubblico potrebbe incrementarsi di circa 12 punti sul Prodotto interno lordo e le previsioni raddoppiano per quanto riguarda gli Stati Uniti. Al riguardo, esistono una serie di questioni. La prima riguarda l’efficacia di queste misure che è difficile da quantificare considerata l’eccezionalità dei provvedimenti; la seconda è relativa ai rischi di inflazione che sono maggiori se le misure fiscali non determineranno rapidamente una ripresa economica. Infatti, in questo scenario, le Banche centrali si troverebbero costrette ad aumentare i tassi, per mantenere la stabilità dei prezzi, vanificando i provvedimenti per far ripartire la congiuntura.
In una situazione così complessa, l’influenza suina è per le Borse un brutto raffreddore, che si aggiunge a malanni ben più gravi. Keith Wade, capo economista di Schroders, è del parere che il problema non vada sottovalutato, ma l’impatto sulla congiuntura è difficile da accertare. Il caso della Sars, una forma di polmonite acuta apparsa in Asia nel 2003, che mise in allarme il mondo intero, insegna che i settori più colpiti sono i trasporti aerei, i consumi e il turismo. Tuttavia, le conseguenze sono generalmente di breve periodo. In altre parole, la gente rimanda i viaggi o gli acquisti, ma non vi rinuncia definitivamente.
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