Secondo La Mortgage Bankers Association (l’associazione che riunisce le banche specializzate in mutui), i prestiti per l’acquisto di case nella settimana che si è chiusa il 5 giugno sono scesi del 7,2%, rispetto ai sette giorni precedenti. Si tratta del dato peggiore da febbraio. La continua crisi del mattone, peraltro, viene confermata anche da altri ele
menti. Toll Brothers e Hovnanian Enterprises (due dei maggiori gruppi di costruzioni del Paese) hanno riportato perdite trimestrali superiori alle peggiori previsioni degli analisti. Nel frattempo, i prezzi delle abitazioni stanno scendendo ai livelli del 2002.
Tutto questo porterebbe ad un ulteriore aggravamento del trade deficit. “Stiamo lavorando insieme agli altri Paesi affinché mettano in campo nuovi piani di stimolo per le loro economie”, ha detto Geithner. Il segretario del Tesoro Usa probabilmente porrà la questione durante il G8 che si terrà durante il weekend a L’Aquila.
Le buone notizie arrivano invece dalle banche. Dieci dei 20 istituti (ai 19 inizialmente previsti si era poi unita Northern Trust) che avevano ottenuto fondi governativi nell’ambito del Troubled Asset Relief Program (disegnato per alleggerire le casse dalle partecipazioni a rischio) si sono dette pronte a restituire il prestito. In tutto torneranno indietro quasi 70 miliardi di dollari dei 200 che sono dovuti al governo.
In questo modo potranno raccogliere altri fondi attraverso aumenti di capitale ed emissioni obbligazionarie che non hanno bisogno di essere garantite dallo Stato. “In pratica, si può tornare ad un’attività normale”, ha spiegato Steve Bartlett, numero uno di Financial Services Rountable (un’altra delle associazioni bancarie), secondo cui il comparto a questo punto è ben capitalizzato. Ma, sottolineano gli analisti, la restituzione dei prestiti dà munizioni nuove al governo per intervenire in caso di un improvviso aggravarsi della crisi.
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