Bill Gross, il famoso gestore dei fondi obbligazionari di Pimco, nei giorni scorsi ha lanciato la bomba. E per farlo ha scelto le colonne della newsletter che invia mensilmente ai suoi clienti. “Chi vende investimenti come se fossero pozioni miracolose, farebbe bene a scegliere almeno una bella bottiglia in cui confezionarle, perché la storia dei mercati non è a loro favore”, ha scritto nell’edizione di agosto del suo report. “Il buon senso ci dice che l’industria del risparmio gestito non può battere il mercato, perché è lei stessa il mercato. A dimostrarlo ci sono le statistiche di lungo periodo che rivelano un alfa negativo per la categoria dei gestor
i attivi. Nonostante ciò, i costi medi sostenuti dai sottoscrittori sono elevati”.
L’intera questione ci ha fatto sorridere in Morningstar, mentre nel settore dei fondi di investimento ha fatto alzare più di un sopracciglio. Il motivo è semplice: quando si parla di commissioni “generose” viene da pensare che l’obiettivo di Gross sia la stesso di Pimco. Gli investitori fortunati abbastanza per accedere ai suoi fondi attraverso una classe istituzionale possono anche non capire come mai. I cosiddetti retail, invece, sanno bene a cosa ci stiamo riferendo. I fondi Pimco negli Stati Uniti, hanno commissioni che vanno dall’1% allo 0,80% a seconda del tipo di prodotto e della banca in cui si acquista.
Detto questo, bisogna anche aggiungere che gli strumenti a marchio Pimco (anche quelli più costosi) hanno fatto bene negli ultimi anni. Del resto possono contare su uno dei migliori team di gestione. Il problema sollevato da Gross, in ogni caso, è interessante. E può essere applicato a tanti altri casi. La parte migliore di questo intervento è il fatto che viene proprio da Bill Gross e che parte da una buona logica di investimento. Si possono passare giornate a discutere se nell’industria dei fondi ci sia abbastanza concorrenza. Ma si tratta di una questione di secondo ordine.
Prima bisogna parlare di quanti soldi restano nelle tasche degli investitori una volta che sono state pagate le commissioni. Gross, infatti, sa bene quello che altri (anche all’interno della sua società) troppo spesso fanno finta di dimenticare quando parlano di “una buona gestione che giustifica alti stipendi”: i guadagni che vengono tagliati da commissioni elevate diventano inevitabilmente più bassi. E non importa quanto sia bravo il money manager che li ha creati. E’ opportuno, dunque, che anche altre società di gestione inizino a riflettere sulle questioni sollevate da Gross.
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