L’oro torna a brillare

Il metallo giallo sfonda quota 1000 dollari per la prima volta da febbraio.

Valerio Baselli 09/09/2009 | 16:15
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Nella seduta di ieri, al fixing di Londra, l’oro ha toccato un massimo di 1.009,7 dollari l’oncia. Era dal 20 febbraio che il metallo giallo non superava quota 1000. A onor del vero, in molti avevano predetto la corsa dei metalli preziosi. Previsione, questa, confermata anche dal balzo di argento, palladio e platino.

Come si spiega questa “corsa all’oro”, in un momento in cui si parla di ripresa economica? Essenzialmente, gli operatori vogliono proteggersi dal rischio di inflazione, essendo l’oro, per antonomasia, un bene rifugio. D’altra parte, la debolezza del dollaro, i bassissimi tassi d’interesse e l’enorme massa di liquidità messa in circolazione dalle banche centrali e ancora in cerca di una collocazione, alimentano la paura inflattiva. Senza dimenticare il rischio sistemic

o (azioni al ribasso), che sembra sempre in agguato. Certo, questo significa che, nonostante i segnali positivi che ci sono stati, gli investitori non sono così ottimisti sulla fine della crisi.

Gli operatori, comunque, non sembrano andare tutti nella stessa direzione. Alcuni analisti hanno già previsto una corsa ininterrotta verso quota 1.300 dollari. Altri invece sono più cauti. “Nel breve termine, il periodo migliore per investire in metalli preziosi va da agosto a febbraio”, afferma Evy Hambro, gestore di Black Rock world gold fund. “Settembre è comunque il mese migliore per comprare oro, anche grazie all’inizio della stagione dei matrimoni indiani”.

Il modo più semplice e diffuso per investire in oro o in altri metalli preziosi, è rappresentato dagli Etc (Exchange traded commodity). Non a caso, gli Etc auriferi hanno conosciuto un crescente successo negli ultimi due anni, anche grazie alla propria semplicità, trasparenza ed economicità.

Esistono due diverse tipologie di Etc sul metallo giallo. Ci sono replicanti legati al prezzo di contratti future sulla materia prima e replicanti “fisici”, garantiti da materie prime depositate presso i caveau di una banca incaricata dall’emittente. Quest’ultimi consentono quindi agli investitori di ottenere un’esposizione simile a quella che potrebbero conseguire comprando e conservando autonomamente la materia prima fisica. Infatti, replicano esattamente il valore di un decimo di oncia d’oro.

In Borsa Italiana sono quotati, ad oggi, 8 Etc dedicati ai metalli preziosi. Relativamente ai primi 8 mesi dell’anno, il più scambiato per controvalore è stato l’Etc “fisico” Etfs Physical Gold (443 milioni di euro), seguito da Etfs Gold Bullion Securities (legato ai contratti, 258 milioni) e da Etfs Gold (anch’esso legato ai contratti, 145 milioni).

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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