Le antenne degli operatori in queste settimane restano puntate su due elementi: l’andamento macro e la possibilità di vedere operazioni straordinarie in Borsa, così come sta succe
dendo in altre regioni del mondo. Sul fronte congiunturale l’attenzione è rivolta soprattutto al Brasile. Secondo l’ufficio di statistica del Paese più grande della regione, l’economia fra aprile e giugno è cresciuta di quasi il 2%. Si tratta del primo progresso negli ultimi tre trimestri e di un risultato superiore a quello stimato dagli economisti (+1,7% secondo quelli interpellati da Bloomberg).
Più complessa la situazione in Argentina, uno stato che, ancora una volta, dimostra quanto sia difficile investire in una zona emergente. Secondo gli ultimi dati governativi, il Paese nei primi sette mesi del 2009 ha accumulato un deficit di 2,3 miliardi di pesos (più di 410 milioni di euro) rispetto a un surplus di 16,6 miliardi nello stesso periodo del 2008. Si tratta del primo rosso dal 2002. Colpa, secondo gli osservatori, della spinta alle spese per la costruzione di infrastrutture data dal presidente Cristina Kirchner in vista delle elezioni di medio termine che si sono tenute a giugno. “In questa situazione sarà difficile tornare a una crescita del Pil del 3,5% come quella registrata nel 2007 e nel 2008”, ha spiegato in un’intervista l’ex Segretario alle finanze Daniel Marx.
Per quanto riguarda l’attività di M&A, i primi mormorii arrivano dal Messico. In questi giorni Axtel, il secondo operatore di telefonia fissa del Paese sta crescendo grazie alle voci che la danno preda di una possibile acquisizione. A dare sostanza ai rumor è anche l’intenzione del presidente Felipe Calderon di togliere il limite del 49% alle acquisizioni da parte di società estere di aziende messicane.
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