L'Europa corre più degli Usa

Il quadro macro sta lentamente migliorando anche grazie alla ripresa dei consumi.

Marco Caprotti 21/09/2009 | 15:06
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Il vento dell’ottimismo spinge l’Europa. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 21 settembre e calcolato in euro) ha guadagnato più del 7,7%, portando a +22,6% l’andamento di fine anno. Una performance migliore del paniere degli Stati Uniti che, negli stessi periodi, ha guadagnato rispettivamente il 3,6% e il 14%.

Mentre l’altra parte dell’Atlantico è ancora preoccupata per l’andamento della disoccupazione (ai livelli massimi degli ultimi 10 anni almeno), nel Vecchio continente fanno ben sperare gli ultimi dati relativi ai consumi delle famiglie. Il gruppo inglese di grande distribuzione John Lewis ha comunicato che, per quanto lo riguarda, la recessione è un capitolo chiuso, anche se delle difficoltà potranno verificarsi fino almeno al 2010. Kingfisher, invece, ha

comunicato un aumento degli utili semestrali che ha sorpreso gli analisti. Più cauta la francese French Connection, che non ha ancora ritirato il piano di chiusura di alcuni negozi.

Segnali di ripresa si registrano anche sul fronte macroeconomico. Germania e Francia stanno dando segni di accelerazione che hanno permesso all’intera Eurolandia di avere una contrazione dello 0,1% soltanto rispetto ai tre mesi precedenti. Anche dal punto di vista operativo le valutazioni sono interessanti. Secondo i dati di Bloomberg, i mercati europei trattano a 11 volte gli utili attesi per il prossimo anno, contro le 13 volte degli Usa, le 16 della Cina e le 23 volte del Giappone. I rendimenti dei dividendi, invece, sarebbero almeno il doppio di quelli stimati negli Stati Uniti.

La ritrovata fiducia sta convincendo le aziende a tornare sul mercato per finanziarsi. In Inghilterra, Royal Bank of Scotland starebbe preparando un aumento di capitale che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere compreso in una forchetta fra 3 e 5 miliardi di sterline (5,5 miliardi di euro). Anche lo spagnolo Banco Santander è a caccia di soldi freschi. Per ottenerli, è disposta a cedere al miglior offerente le sue attività brasiliane. In questo modo conta di raccogliere circa 4,9 miliardi di euro.

Sul fronte immobiliare (uno dei più colpiti dalla crisi degli ultimi due anni) si nota intanto qualche segno di miglioramento. Secondo uno studio della società di real estate inglese Rightmove (il mercato del mattone della Gran Bretagna storicamente anticipa di un anno quello che succede nel resto d’Europa) i prezzi delle case sono saliti dello 0,6% a settembre, rispetto a un calo del 2,2% registrato ad agosto. Merito, spiega la società, anche dell’atteggiamento delle banche di Sua Maestà che sembrano più inclini a concedere mutui.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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