“La colpa di questi movimenti è soprattutto degli Stati Uniti”, spiega una nota di Morningstar. “I dati contradditori che arrivano da quel Paese, un giorno mandano alle stelle i mercati asiatici, mentre nella seduta seguente li affossano”. Sotto la lente ci sono soprattutto le notizie (buone) arrivate dal comparto retail a stelle e strisce che, per un momento, hanno fatto pensare a una frenata decisa de
lla crisi nel principale mercato di sbocco per le merci asiatiche. Ma anche i numeri sulla disoccupazione, cresciuta al 10%, superando pure le previsioni degli economisti più pessimisti.
I dati macro che arrivano dalla regione, intanto, per il momento rassicurano. Il Pil della Corea del Sud nel secondo trimestre è salito del 2,6%, un risultato che ha superato le attese e che sta spingendo il listino del Paese. Cresce anche l’Australia che, sempre nel secondo trimestre, ha mostrato un miglioramento dello 0,6%.
Un risultato che non ha sorpreso gli economisti alla luce dei tassi di interesse del Paese ai minimi degli ultimi 49 anni e della ripresa dei consumi grazie ai piani di sgravi fiscali e stimolo economico promossi dal governo che ha portato nelle tasche delle famiglie aussie 20 miliardi di dollari australiani (circa 11,4 miliardi di euro), mentre altri 22 miliardi sono stati utilizzati per la costruzione di infrastrutture.
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