Ad oggi, i fondi italiani (e lussemburghesi storici) sono soggetti alla tassazione sul maturato, quindi in capo al fondo stesso. La proposta è di passare al prelievo dell’aliquota del 12,5% sul realizzato, quindi in capo al sottoscrittore al momento della riscossione dei proventi o del disinvestimento. Esattamente come avviene già per i fondi di diritto estero.
La conseguenza immediata dell’equiparazione tra comparti italiani ed esteri è lo smantell
amento dei crediti d’imposta maturati ad oggi dai fondi domestici (circa 5 miliardi di euro). Questo, come prevedibile, è il nodo più difficile da sciogliere, anche alla luce della cattiva salute dei conti pubblici. Gli emendamenti presentanti suggeriscono la cessione dei crediti da parte degli Oicr (Organismi d’investimento collettivo del risparmio) alle Sgr (Società di gestione del risparmio) o ai soggetti incaricati del collocamento, in modo da garantire liquidità.
Il nuovo regime dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2010. Per il momento, la proposta è al vaglio del Senato.
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