Il tutto, a dispetto delle rassicurazioni che arrivano dal Governo quando dice che stiamo uscendo dalla crisi e dalle analisi dell’Osce che colloca l’Italia al sesto posto fra i Paesi più ricchi del mondo. La fotografia del Belpaese (e della pe
rcezione che ne hanno gli investitori internazionali) l’ha fornita il membro della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi agli industriali. “L’Italia stava crescendo troppo lentamente anche prima della crisi”, ha detto durante un meeting degli imprenditori. “Deve cominciare a correre più velocemente”. Secondo i dati della Commissione europea l’Italia quest’anno registrerà una frenata del 4,7%, mentre il deficit toccherà il 5,3% del Pil. Gli introiti fiscali, intanto, secondo le elaborazioni del Ministero delle finanze, nei primi nove mesi del 2009 sono scesi del 2,5% rispetto alo stesso periodo dell’anno scorso.
Lo studio dell’agenzia di rating è arrivato il giorno dopo quello che mette in revisione il giudizio sulla Grecia per un possibile declassamento (per problemi dal punto di vista fiscale) e il rating negativo del Portogallo (per la debolezza mostrata nell’affrontare le sfide economiche legate alla crisi).
Dal punto di vista operativo, gli investitori si sono concentrati sulle trimestrali per avere un’idea dello stato di salute della corporate Italy. Il faro è stato puntato soprattutto sul comparto bancario: sia perché è stato uno di quelli più penalizzati dalla tempesta degli ultimi due anni, sia perché rappresenta una cartina di tornasole dell’andamento generale del Paese.
Lo scenario in questo senso è di difficile interpretazione. Se da una parte Unicredit (la prima banca del Paese) ha visto l’utile trimestrale scendere del 26% e Intesa-Sanpaolo ha, nei primi nove mesi dell’anno, visto i suoi profitti diminuire, dall’altra la Popolare di Milano ha registrato guadagni tre volte più alti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
“Il comparto bancario italiano ha ragionevoli prospettive di crescita nel medio termine, grazie alla ricchezza dei depositi, che fornisce una buona piattaforma dalla quale ripartire quando la situazione sarà più stabile”, spiega uno studio della società di consulenza Research and Markets.
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