Un anno di Rating Qualitativi Morningstar

Nel 2009 Morningstar ha avviato in Europa la ricerca qualitativa. Ecco un primo bilancio.

Dario Portioli, CFA 23/02/2010 | 10:59
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La crisi che ci siamo appena lasciati alle spalle non ha influito solo sulle performance dei mercati, ma ha minato alle fondamenta alcune certezze dei risparmiatori, creando al tempo stesso nuovi bisogni. Vicende come quelle di Bernard Madoff, responsabile di un hedge fund da oltre 50 miliardi di dollari, che si è poi rivelato una truffa, insegnano che le scelte di investimento non possono soffermarsi unicamente su una serie di dati storici. E’ opportuno, invece, integrare l’analisi delle performance con ricerche più appronfondite, che prendano in esame diversi aspetti. Per poter supportare consulenti e investitori nello svolgimento di tale attività, a partire da febbraio 2009 Morningstar svolge ricerche qualitative sui fondi di investimento. Per ciascuno dei fondi selezionati, il team di analisti di Morningstar raccoglie informazioni attraverso l’uso di banche dati, strumenti di analisi sviluppati internamente, questionari inviati alle società di gestione e incontri diretti con i gestori. L’analisi di tali informazioni si traduce nel Rating Qualitativo Morningstar, che è un giudizio sulle prospettive di un fondo, espresso dal Comitato di Rating europeo. Tale rating viene poi rivisto con cadenza semestrale. I “pilastri” su cui si basa l’analisi sono cinque: Persone, Processo, Performance, Società e Prezzo. Con riferimento a quest’ultimi, nel primo anno di attività sono emersi diversi elementi interessanti, che è opportuno tenere in considerazione nella selezione dei fondi di investimento.

Persone
Iniziando con il fattore “Persone”, la soluzione organizzativa che abbiamo incontrato con maggiore frequenza è quella di un gestore unico responsabile, supportato da un team di analisti. Le decisioni di acquisto spettano in ultima analisi a un’unica persona, che però si avvale delle ricerche di più analisti specializzati. Il rischio di questa formazione è legato all’eventuale cambio del gestore; tale eventualità deve essere monitorata. In ogni caso, qualunque sia l’organizzazione del team, il passo successivo è la valutazione della qualità e delle capacità delle persone che lo compongono. I team migliori sono spesso quelli che vantano un’esperienza significativa sia da un punto di vista quantitativo (anni trascorsi nella gestione) che qualitativo (competenze maturate, crescita all’interno di un team di successo). Inoltre, i migliori gestori non solo dispongono di capacità superiori alla media, ma hanno anche un forte interesse nell’utilizzare al meglio tali capacità a beneficio del fondo. In altre parole, i gestori che investono negli stessi fondi per i quali sono responsabili, ovvero che vengono remunerati in base alle performance di lungo termine dei fondi gestiti si trovano in una condizione ideale per i sottoscrittori.

Processo
L’esame del “Processo” può presentare una certa complessità, date le diverse alternative disponibili ai team di gestione nella fase di costruzione del portafoglio. Tuttavia, comprendere i criteri seguiti per la scelta dei titoli è fondamentale per individuare anche in prospettiva le possibili fonti di rendimento e rischio sotto diverse condizioni di mercato. Una prima distinzione da fare è tra strategie attive e passive. Concentrando l’attenzione sulle prime, per le quali l’esame del processo diventa più articolato, risulta importante l’adozione da parte del team di investimento di strategie ben definite, replicabili nel tempo. Un processo superiore è tale se ha un chiaro vantaggio competitivo rispetto a prodotti simili; questo potrebbe risultare dall’utilizzo di ricerche di particolare qualità, dall’uso di rigorosi modelli quantitativi proprietari o da efficaci procedure di controllo del rischio. Ad esempio, risulta valida una strategia “bottom-up”, eseguita da un team esperto, dotato di capacità superiori nell’individuazione di azioni con un potenziale di crescita maggiore della media. Bisogna tener conto, però, che, come è stato confermato dalle analisi svolte dal nostro team, anche il migliore dei processi di investimento affronta periodi di risultati poco brillanti; tuttavia, sul lungo termine, l’esecuzione con disciplina può portare a risultati migliori della media.

Società
Le caratteristiche della “Società” che promuove fondi di investimento possono avere effetti importanti sui risultati che gli investitori conseguiranno. In generale, riteniamo migliori quelle società di gestione che si concentrano sul raggiungimento di buone performance nel lungo termine piuttosto che sui profitti aziendali nel breve termine. Così, giudichiamo in modo positivo quelle realtà che sono in grado di attrarre e ritenere gestori di talento, che strutturano le remunerazioni variabili dei manager in modo coerente con gli interessi dei sottoscrittori, che offrono un buon grado di trasparenza e una comunicazione di qualità. Allo stesso tempo, riteniamo importante che la performance media dell’intera gamma di prodotti offerti sia soddisfacente e che i costi dei fondi siano ragionevoli. Riteniamo, invece, poco attraenti quelle società che con una certa frequenza lanciano prodotti di moda, magari poco coerenti con le competenze interne, per attrarre nuovi asset da gestire piuttosto che per servire al meglio gli interessi degli investitori.

Performance
L’analisi della “Performance” da parte del team di analisti di Morningstar viene condotta su orizzonti di lungo termine, guardando sia ai rendimenti assoluti sia relativi. Poiché il nostro principale interesse verte su come il fondo possa comportarsi in prospettiva, i rendimenti storici assumono un ruolo centrale nella nostra analisi soltanto nella misura in cui forniscono indicazioni sulle potenzialità del gestore e della strategia. Pertanto, il nostro studio verte principalmente sulla coerenza tra risultati e strategia seguita dal fondo, approfondendo i seguenti aspetti: le modalità con cui sono state affrontate diverse condizioni di mercato; l’incidenza di brevi periodi di natura eccezionale sui risultati di lungo termine; l’individuazione dell’orizzonte di tempo attribuibile al team e alla strategia attualmente seguita; l’efficacia con la quale viene implementato il controllo dei rischi. Come già ricordato in precedenza, anche la migliore strategia possibile affronterà periodi di performance non brillante. E’, quindi, importante comprendere sotto quali circostanze ciò può verosimilmente accadere.

Prezzo
Le nostre ricerche sul “Prezzo”, ovvero sui costi sostenuti dal fondo, evidenziano come questi abbiano un forte potere predittivo sui rendimenti prospettici. Per tale ragione, preferiamo fondi che presentano costi al di sotto della media e che siano disponibili a condividere le eventuali economie di scala con i propri sottoscrittori. Questo aspetto è ancora più importante per i fondi obbligazionari, per i quali l’incidenza sui rendimenti finali è maggiore. La nostra analisi viene condotta in modo particolare sul TER, un indicatore sintetico dei costi sostenuti dal fondo, distinguendo però tra le singole componenti. Ad esempio, la presenza di commissioni di incentivo, che remunerano l’abilità del gestore di battere il benchmark, richiede un attento esame della specifica struttura adottata. Le commissioni di incentivo, infatti, possono essere un buon modo di allineare interessi di gestori e sottoscrittori, ma solo se sussistono alcuni elementi essenziali (ad esempio, un benchmark appropriato o high-water mark). Il nostro giudizio sui costi, infine, è il risultato di un confronto tra le condizioni di un particolare fondo e quelle di prodotti che hanno le stesse caratteristiche economiche e finanziarie.

Nel primo anno di attività, il team di ricerca di Morningstar ha analizzato circa 900 fondi, promossi da 121 società di gestione che hanno sede in 10 diversi Paesi. Le analisi vengono utilizzate da investitori, consulenti e case di gestione nelle diverse fasi di costruzione dei portafogli di investimento. Sulla base delle ricerche svolte, Morningstar ha anche assegnato due premi pan-europei "Manager dell'anno" ai migliori gestori azionari che investono rispettivamente in Europa e a livello internazionale (per leggere i principi alla base del processo di selezione, clicca qui ). Guardando ai prossimi appuntamenti, sono stati individuati oltre 2000 fondi che verranno analizzati dal team di Morningstar nei mesi che seguiranno. Infine, nella preparazione dell’annuario, Morningstar 500 Fondi&Sicav, arrivato alla settima edizione, quest'anno abbiamo inserito 30 analisi qualitative che esaminano in dettaglio potenzialità, punti di forza e debolezza dei fondi scelti.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Dario Portioli, CFA

Dario Portioli, CFA  è Senior Fund Analyst di Morningstar in Italia.

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