Investire dove Buffett non può (più) andare

Berkshire ormai può fare solo megaoperazioni. Ma i principi dell'Oracolo sono ancora validi.

Marco Caprotti 11/03/2010 | 13:44
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Dimenticate il Warren Buffet che conoscevate. L’Oracolo di Omaha, famoso per la sua capacità di investire su società sottovalutate dagli altri che poi arrivavano alle stelle e per i suoi aforismi sulla finanza (“E’ meglio comprare una meravigliosa società a un giusto prezzo che una società giusta a un prezzo meraviglioso”, tanto per citarne uno), potrebbe cambiare strategia.

A dare l’avviso ai mercati è stato lo stesso amministratore delegato e presidente della Berkshire Hathaway nella sua annuale lettera ai soci. La società tessile in fallimento da lui acquistata negli anni ’60 e trasformata in una holding con interessi in un’ottantina di società che vanno dai servizi all’industria, alle assicurazioni, dalla biancheria ai jet privati passando per la Coca Cola non sarà più in grado di battere il mercato. “Gli investitori possono stare tranquilli”, spiega Jeremy Glaser, analista di Morningstar. “L’Oracolo non ha perso la sua capacità di scegliere le società migliori. Più semplicemente, si è reso conto che la sua creatura è diventata ormai troppo grande per occuparsi di società a piccola capitalizzazione. Per muoversi, deve ormai seguire i megadeal”. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’acquisizione della società ferroviaria Burlington Northern Santa Fe: un’operazione da 44 miliardi di dollari che segna anche il massimo mai sborsato da Buffet per una società.

Sulle dimensioni di Berkshire (e sulle capacità di Buffett) non si discute. Nel quarto trimestre del 2009 la società ha avuto un utile di oltre 3 miliardi di dollari, rispetto ai 117 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato del 2008, peraltro, era stato condizionato da oltre 3 miliardi di dollari di cosiddette “perdite non realizzate” (questa condizione si verifica quando il valore delle azioni contenute in un portafoglio scende rispetto al prezzo di acquisto, ma l’investitore non le vende nella speranza che possano risalire). Il fatturato, intanto, è salito del 23%, superando i 30 miliardi di dollari. Numeri che non hanno risparmiato il titolo Berkshire da alcune revisioni al ribasso dei giudizi. Keefe, Bruyette & Woods, per esempio, ha portato il rating da outperform a market perform. Secondo Cliff Gallant (l’analista che ha firmato il report) la holding ha avuto “risultati buoni ma non spettacolari”.

Ma se dopo mezzo secolo di successi Buffett deve cambiare strategia, non è detto che i principi che per tutto questo tempo l’hanno guidato non siano più validi. Fra questi: la ricerca di società di alta qualità, che abbiano un vantaggio competitivo duraturo e che vengano trattate con uno sconto eccessivo rispetto alle loro potenzialità. “Molti investitori non hanno il problema del gigantismo che sta condizionando Berkshire”, dice Glaser di Morningstar. “Per questo possono cercare e trovare aziende che sarebbero interessanti anche per Buffett, ma che ormai per lui sono troppo piccole”.

Fra queste l’analista segnala Total System Services (TSS), una società che si occupa di pagamenti elettronici per le aziende. “Il settore in cui opera TSS si sta consolidando”, spiega l’analista che sul titolo ha un obiettivo di prezzo di 19 dollari (ora tratta intorno a 14,5 dollari). “Tuttavia la società è sempre riuscita ad avere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, grazie alle sue piattaforme tecnologiche che continua ad aggiornare”.

Un’altra azienda che potrebbe piacere all’Oracolo di Omaha è Landstar System (servizi logistici per l’industria dei trasporti). “Il gruppo è forte di 1.400 agenti, 25 mezzi e 8mila autisti”, dice Glaser che sul titolo ha un target price di 53 dollari (ora tratta poco sopra i 39 dollari). “I costi e i tempi per realizzare qualcosa che gli assomigli, costituiscono una forte barriera all’ingresso dei concorrenti. Negli ultimi 10 anni ha avuto un Roe medio (Return on equity, una misura della profittabilità, ndr) del 40%”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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