Le Borse mondiali archiviano la settimana in leggero rialzo, portandosi ai massimi da oltre un anno. L’indice Msci world ha guadagnato lo 0,37% (in euro al 1 aprile). In particolare hanno corso i mercati emergenti (+2,33%) e il Giappone (+1,35%). Sono saliti anche l’Msci Europa (+1,08%) e Italia (+0,75%), mentre gli Stati Uniti hanno perso lo 0,32%.
I fattori che hanno spinto gli acquisti sono diversi. Innanzitutto, alcuni dati macroeconomici positivi, in particolare sull’industria manifatturiera, hanno alimentato la fiducia degli investitori sulla ripresa. In secondo luogo, la Cina ha confermato gli alti tassi di crescita, che sostengono la domanda globale di materie prime. In terzo luogo, aumentano i segnali che anche il Giappone si stia lasciando alle spalle la recessione.
In Europa, i listini hanno chiuso in positivo per la quinta settimana consecutiva (oggi le Borse sono chiuse), grazie al rally dei prezzi dei metalli, rame in testa, che ha spinto i titoli del settore. Anche il petrolio è salito, toccando i massimi dal 2008. A New York, il contratto Wti ha superato gli 84 dollari al barile, mentre a Londra il Brent si è attestato attorno agli 82 dollari.
Wall Street, anch’essa chiusa per festività oggi, è ai massimi degli ultimi diciotto mesi, ma gli operatori continuano ad essere concentrati sulla situazione del mercato del lavoro. Dopo i buoni dati sui sussidi di disoccupazione, rilasciati giovedì, oggi il dipartimento del Lavoro ha comunicato che gli occupati sono saliti di 162 mila unità a marzo, un dato che però è inferiore alle attese.
I segnali di ripresa dell’economia globale hanno spinto le Borse asiatiche (+1,16% l’Msci Asia-Pacifico, escluso il Giappone). Nell’area, gli investitori guardano agli sviluppi del rapporto tra dollaro e yuan, dopo le voci di un possibile ampliamento della banda di oscillazione della divisa cinese rispetto al biglietto verde.
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