Per gli americani, i canadesi sono spesso le vittime di feroci battute riguardo alla loro (presunta) ingenuità e alla loro (indubbia) gentilezza. Per gli investitori, invece, il Paese al nord degli Stati uniti sta diventando un affare molto serio. A dirlo sono, prima di tutto, gli indici. Il listino Msci North America da inizio anno (fino al 10 maggio e calcolato in euro) ha guadagnato il 16%, mentre quello relativo al Canada è riuscito a tenere il passo del grande vicino segnando +15,2%.
Ma se la storia insegna qualcosa, fra qualche mese l’America potrebbe trovarsi a dover rincorrere e, magari, a perdere parecchie posizioni. Nel corso del 2009, infatti, il paniere canadese ha guadagnato quasi il 48%, mentre quello statunitense si è dovuto accontentare di un +22,3%. Gli elementi perché questo copione possa ripetersi, spiegano gli operatori, sembrano esserci tutti. Secondo un report del Fondo monetario internazionale il Canada quest’anno registrerà il tasso di crescita maggiore fra i Paesi che fanno parte del gruppo dei G-7. La Banca centrale del Paese, sempre per il 2010, prevede una crescita della produzione industriale del 3,7% e del 3,11% l’anno prossimo.
“E’ bene precisare che la recessione che dopo lo scoppio della crisi subprime ha interessato il Canada è simile a quella registrata negli Usa”, spiega uno studio della società di consulenza Oxford Analytica (OA). “La produzione industriale, invece, è andata anche peggio. Tuttavia, il recupero dell’economia canadese è stato più forte di quello del vicino, grazie ai suoi punti di forza: un basso indebitamento delle famiglie, una bolla immobiliare che non è scoppiata e un sistema finanziario poco esposto a prodotti problematici”. Tutti elementi che continuano a dare tono all’economia del Paese dei canucks e ai quali, secondo OA si uniranno altri fattori. “Primo fra tutti, un aumento delle spese personali che quest’anno dovrebbero crescere del 2,7% rispetto al +0,2% segnato nel 2009”, continua lo studio. “Ci sarà anche una ripresa degli investimenti superiore al 6%, dopo la contrazione del 14,1% registrata l’anno scorso. Le esportazioni, nel frattempo, inizieranno a recuperare tono dopo il -14% del 2009, arrivando a +7%”.
Dal punto di vista operativo, gli analisti consigliano di evitare il comparto auto (specializzato soprattutto sui motori), dove la produzione sta perdendo il 35% rispetto ai massimi toccati nel 2007 e non sembra dare segni di risveglio, nonostante le promesse di rimbalzo che periodicamente arrivano dai rappresentanti della categoria.
Più sicuro, al di là degli shock di queste ultime settimane, il settore finanziario che assomiglia di più a quello europeo, anche a livello culturale e quindi, a differenza di quello degli Usa, è meno disposto a scommettere su strumenti troppo complessi. Non a caso, il Canada ha forti legami con il Vecchio continente: ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito attraverso un lungo processo di emancipazione, svoltosi tra il 1867ed il 1982, anche se la Regina Elisabetta II di Inghilterra continua a rimanere la sovrana.
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