Le commodity ruotano attorno a oil e oro

Le due materie prime, dicono gli analisti, danno chiare indicazioni sullo stato dell'economia mondiale.

Marco Caprotti 28/06/2010 | 16:49
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Oro e petrolio tengono banco sul mercato delle materie prime. L’indice S&P del comparto nell’ultimo mese (fino al 25 giugno e calcolato in euro), ha guadagnato l’1,7%. L’indice, tuttavia è caratterizzato da una forte volatilità dovuta all’andamento delle due commodity.

L’oro piace a tutti
Il metallo giallo, che viene trattato 1.256,25 dollari l’oncia, è ormai la definitiva arma di protezione degli investitori che vogliono difendere i loro averi dalle turbolenze dei mercati. Secondo i dati rilasciati dal Commodity Futures Trading Commission, gli hedge fund e i grandi fondi di investimento nella settimana che si è chiusa il 22 giugno hanno aumentato del 4% le posizioni lunghe sui contratti dell’oro (ovvero le scommesse sui futuri rialzi di un asset). Ma la forza del prezioso minerale non è solo storia recente. Da inizio gennaio ha guadagnato il 14%, mettendosi sulla strada per chiudere il decimo anno consecutivo in salita.

“Le condizioni ci sono tutte”, spiega una nota di Morningstar. “La continua debolezza dell’euro indica una situazione difficile in tutto il Vecchio continente. Gli operatori quindi cercano di accaparrarsi tutto l’oro possibile per proteggersi. In India, uno dei più grandi consumatori di metallo al mondo, la scarsità, unita all’aumento dei prezzi ha spinto i gioiellieri a utilizzare oro riciclato e a diminuire le importazioni”. Va bene anche l’argento che, da inizio anno, è cresciuto del 13% e che, secondo alcune analisi, potrebbe arrivare a 22 dollari l’oncia entro la fine del 2010. In salita anche il platino e il palladio.

Barile debole come l’economia
Il momento difficile per i mercati internazionali è espresso bene dall’andamento del petrolio. Il greggio con consegna ad agosto viaggia intorno ai 78 dollari. Ma il barile, nelle settimane scorse è andato in altalena, passando da 85 a 71 dollari. Andamenti che vengono spiegati, di volta in volta, con i movimenti delle valute (quando il dollaro cresce l’oro nero scende), con l’ammontare delle scorte o con le speranze di ripresa dell’economia (che porta a un aumento dei consumi e, quindi, a una salita dei prezzi).

“La verità è che l’economia mondiale è in una fase di bonaccia e il barile ne risente”, spiega uno studio di Michael Pento, analista di Delta Global Advisor. “Lo dimostrano la forza dell’oro come bene rifugio e il calo di un’altra materia prima largamente usata come il rame che, in poche settimane è passato da 3,50 dollari al pound a 2,77. Se veramente le cose andassero bene il petrolio viaggerebbe sopra gli 85 dollari. Ma gli operatori sanno che le possibilità di una recessione globale ci sono ancora e preferiscono proteggersi”.

Volatilità in aumento
Nel frattempo l’International Energy Agency (IEA) ha avvertito il mercato che la volatilità dell’oro nero (da sempre una sua costante) potrebbe aumentare nelle prossime settimane. Colpa, ha spiegato l’IEA, della decisione dell’Opec di diminuire la produzione in eccesso (la cosiddetta spare capacity) che potrebbe riflettersi sulle scorte e sulle quantità disponibili per grandi consumatori come la Cina. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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