Alle prese con i problemi dell’Europa e concentrati sulle prospettive di crescita dei mercati emergenti, gli investitori sembrano aver messo da parte il comparto tecnologico e i suoi risultati. L’indice Msci del settore, a livello mondiale, nell’ultimo mese (fino al 26 luglio e calcolato in euro) ha perso quasi l’1,7%, portando a +7,7% la performance da inizio anno.
“In una situazione normale la maggior parte dei bilanci trimestrali presentati fino ad ora dovrebbe spingere gli acquisti”, spiega una nota di Morningstar. “Il problema, in questo periodo, è che gli investitori sono distratti da troppe cose. Su tutte, i problemi del debito in Europa e la conseguente incertezza sui tempi della ripresa a livello mondiale. Un rallentamento eccessivo della congiuntura globale porterebbe aziende e famiglie e spendere meno in tecnologia. Per questo gli operatori preferiscono non guardare ai risultati passati ma concentrasi sul futuro. In questo senso, sono più interessanti i Paesi in via di sviluppo”. Chi è interessato ai numeri, continua la nota, dovrebbe comunque dare un occhio a quelli del settore hi-tech.
Risultati in crescita
Google, ad esempio, ha chiuso il secondo trimestre 2010 con un fatturato di 6,82 miliardi di dollari, in crescita del 24% rispetto allo scorso anno e solo dell’1% rispetto ai primi tre mesi di quello in corso. L’utile netto è stato di 1,84 miliardi (5,71 dollari per azione), contro gli 1,48 miliardi (4,66 dollari per azione) dello stesso periodo dello scorso anno. Trimestrale in miglioramento anche per Yahoo! che ha visto crescere il proprio utile del 51% a quota 213 milioni di dollari, cioè 15 centesimi per azione, con gli analisti che avevano previsto un aumento pari a 14 centesimi per azione. I ricavi sono cresciuti del 2% a quota 1,6 miliardi, però al netto dei costi di acquisizione traffico, i ricavi sono calati leggermente da 1,14 miliardi di dollari a 1,13 miliardi.
Cresce anche Apple. L’azienda fondata da Steve Jobs ha fatturato 15,7 miliardi di dollari, con un utile netto trimestrale di 3,25 miliardi (pari a 3,51 dollari per azione diluita). Le vendite internazionali hanno rappresentato il 52% del fatturato. In particolare i risultati sono venuti dai pc, dagli iPhone e dagli iPad.
Le cose sono andate bene anche in Europa. La tedesca Sap (software per il business management) nel secondo trimestre del 2010 ha registrato un utile netto di 491 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto allo stesso periodo del 2009. Gli analisti si aspettavano qualcosa di meglio, ma hanno dovuto ammettere che l’attività principale del gruppo, nonostante le incertezze legate ai debiti sovrani di alcuni Paesi dell’Unione europea, sta continuando a crescere.
I muscoli dello yen fanno male ai giapponesi
Discorso a parte meritano le aziende giapponesi dell’hi-tech, alle prese con uno yen in splendido stato di forma che ne frena le vendite. Soprattutto negli Stati Uniti e in Europa che restano i principali mercati di sbocco per le merci nipponiche. Nei primi sei mesi dell’anno, la divisa del Sol levante è stata trattata a 90,92 contro dollaro (una crescita del 6,5%), segnando il record dal 1971 quando la valuta del Giappone è stata sganciata dall’andamento del biglietto verde.
Contro l’euro, nello stesso periodo, ha guadagnato il 17%. “Lo yen si è apprezzato troppo”, spiega uno studio della società di consulenza Oxford Analytica. “Livelli di 80-90 rispetto al dollaro non sono normali. I risultati trimestrali, realizzati soprattutto all’estero, se anche sono buoni risultano poi più bassi una volta convertiti in valuta nipponica. E questo influisce sulle valutazioni dei titoli”.
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