Le obbligazioni cercano la bussola

Le emissioni non mancano. Ma gli investitori non si fidano e sembrano non sapere come interpretare i dati.

Marco Caprotti 10/08/2010 | 09:26
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Qualcosa di strano sta succedendo sul mercato obbligazionario. Nonostante l’ammontare di carta che sta arrivando, il comparto sembra muoversi poco. L’indice Citi del settore nell’ultimo mese (fino al 9 agosto e calcolato in euro) ha perso lo 0,7%.

Corporate attivi
Eppure motivi per interessare gli investitori non ne mancano. Fra i maggiori c’è l’emissione da 650 milioni di dollari di McDonald’s a cui Morningstar da un merito di credito di AA-. L’operazione è costruita in due tranche: la prima con obbligazioni decennali per 350 milioni di dollari con una cedola che promette un rendimento del 3,5%; la seconda con carta a 30 anni con un coupon superiore al 4,8%. A seguire è arrivata l’emissione del colosso telefonico AT&T: 2,25 miliardi di dollari con una cedola al 2,9% (rating Morningstar: A-). Il segmento dei governativi, intanto, è condizionato dalle notizie macroeconomiche del secondo trimestre, leggermente al di sotto delle attese, che hanno fatto scendere i tassi dei Treasury, soprattutto quelli a 10 anni.

Europa poco mossa
Da segnalare anche che le emissioni a breve termine in Europa si sono mosse appena dopo gli stress test sulla solidità delle banche Ue. Il Libor a tre mesi resta elevato. “Probabilmente gli operatori stanno aspettando di vedere cosa succede in Portogallo, Italia, Irlanda Grecia e Spagna”, spiega una nota di Michael Hodel, analista di Morningstar. “Il dubbio che ci sia qualcosa che non va è venuto dopo i risultati di BBVA. La banca iberica ha detto che le perdite legate ai prestiti stanno diminuendo. Nello stesso tempo ha aumentato le riserve a protezione delle perdite, portandole a 1, 3 miliardi di euro”.

Dati difficili da interpretare
Un altro elemento curioso è che, alla sonnolenza del mercato dei bond non è seguito un risveglio del comparto equity. “E’ vero che in questa parte dell’anno le operazioni sui due comparti si riducono”, continua la nota. “Tuttavia, sembra che gli operatori abbiano difficoltà ad interpretare i diversi dati che escono dal fronte congiunturale. Ogni numero sembra dare adito a diverse interpretazioni”.

Illuminanti, in questo senso, sono i dati americani. Gli ultimi numeri sul Pil Usa, nonostante siano stati nel complesso deboli, hanno mostrato una crescita (+17%) negli investimenti immobiliari non residenziali. “Quindi il dato complessivo è negativo ma con qualche segno di ottimismo”, spiega Hodel. “Le notizie relative alle vendite di case nuove, intanto, mostrano che il mercato si sta lentamente riprendendo, nonostante la fine degli incentivi statali. Eppure gli investitori sembrano non fidarsi e l’attività resta ai minimi se confrontata con gli stessi periodi dell’anno scorso”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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