L’est Europa cerca di non farsi condizionare dalle preoccupazioni di Eurolandia. L’indice Msci della zona emergente del Vecchio continente nell’ultimo mese (fino al 20 settembre e calcolato in euro) ha guadagnato quasi l’1%. “La regione in via di sviluppo dell’Europa ormai è abbastanza forte da riuscire a sganciarsi dal destino della sua vicina più matura”, spiega uno studio della società di consulenza Oxford Analytica. “Bisogna comunque considerare che per la maggior parte degli investitori si tratta sempre di mercati rischiosi. Per cui non bisogna escludere un aumento della volatilità nei momenti in cui si parla di dubbi sulla ripresa mondiale o europea”.
Il traino sono i consumi
I numeri, tuttavia, sembrano essere dalla parte dell’Europa orientale. “A differenza della maggior parte dei Paesi sviluppati, i fondamentali nell’Europa dell’est sono più solidi”, continua il report. “I risparmi delle famiglie, in rapporto agli stipendi, vanno dal 6,5% della Polonia al 18% circa della Turchia. I consumatori, inoltre, in quelle aree sono molto meno indebitati rispetto ai consumatori di Eurolandia o degli Usa”. Quelli messi peggio sono gli ungheresi con il 65% rispetto allo stipendio medio. Quelli nella situazione migliore sono i russi con il 17%. Nell’area euro si raggiungono picchi dell’80% mentre in America si arriva al 130%. “Il risultato è che a est c’è ancora spazio per la crescita dei consumi e, di conseguenza, per l’aumento del Pil”.
Occhio al deficit
Non mancano, tuttavia, gli elementi di incertezza. Primi fra tutti i deficit dei bilanci statali che, se andasse fuori controllo rischierebbe di rimettere in discussione le prospettive di crescita della regione. “Va detto che, almeno per il momento, la situazione sembra sotto controllo”, dice lo studio di OA. “Anzi, in molti casi è migliore di quella di Eurolandia. Per arrivare alla voragine debitoria della Grecia, ad esempio, non è sufficiente sommare i deficit di Repubblica ceca, Ungheria e Polonia”.
Tutti in fila per la Ue
Nonostante questa situazione gli stati dell’est continuano a fare la fila per entrare nella Ue. “L’interesse in questo senso continua ad essere forte”, recita lo studio. “Primo, perché si ha la possibilità di fare arrivare ulteriori investimenti stranieri. Secondo, perché in questo modo si ha accesso ai vari fondi stanziati dall’Unione”. E non si tratta di spiccioli. La Polonia, per esempio, sta per ricevere 60 miliardi di euro, mentre Repubblica ceca, Ungheria e Romania si spartiranno 75 miliardi. “In un momento in cui tutti invocano l’austerità fiscale, queste cifre diventano importantissime”, dicono da OA.
Mercati a sconto
Dal punto di vista dei prezzi i mercati della regione continuano a presentarsi come buone opportunità di acquisto. “Le valutazioni, se calcolate come rapporto fra valore e prospettive di guadagno sono molto interessanti”, conferma il report. “Si va da 5,9 della Russia all’11 della Polonia, passando per il nove della Repubblica ceca e della Turchia”.
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