Insidie nascoste dietro l'alto dividendo

Cedole elevate si rivelano a volte degli specchietti per le allodole. Il segreto del buon investimento resta sempre la conoscenza del business.

Francesco Lavecchia 11/11/2010 | 10:58
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Si è fatto un gran parlare ultimamente della crescente popolarità delle azioni high yield e di come queste possano costituire una valida alternativa di investimento. Attenzione però ai rischi dovuti al bad-timing di questi investimenti. Sebbene questi titoli garantiscano rendimenti stabili e discretamente alti, considerate le alternative, comprarli nel momento sbagliato significherebbe compromettere, a volte in modo irrimediabile, il loro rendimento complessivo di lungo periodo.
Solo conoscendo le dinamiche del settore e il modello di business di una società, è possibile valutare le prospettive di crescita della stessa. Non certo studiandone l’andamento del titolo.

Dividendo non fa rima con valore
Prendiamo per esempio Home Property (HP), società immobiliare. Un investitore molto sensibile ai rendimenti sicuri e costanti nel tempo, anche se non di grande entità, potrebbe guardare con interesse a questa società, che presenta un dividend yield superiore al 4% e che negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita del cash dividend del 6%. Il rischio al quale potrebbe andare incontro, però, sarebbe una perdita di capitale, nel lungo periodo, di circa il 50%. Gli analisti di Morningstar, infatti, stimano per Home Property un prezzo obiettivo di 27 dollari, contro il prezzo corrente di 56,08 dollari (chiusura dell’11 novembre). La mancata ripresa dell’economia continua a rallentare anche il mercato immobiliare, e la debole domanda non permette alla società di alzare gli affitti penalizzando così i margini operativi. Sul lato della crescita del fatturato, HP avrebbe bisogno di espandersi, acquistando nuove proprietà o anche attraverso nuove acquisizioni. Il portafoglio immobiliare di Home Property è concentrato nelle aree metropolitane della East Coast, in particolar modo sulle piazze di Washington DC e Baltimora, ed i piani della società sono quelli di continuare ad espandersi ulteriormente attorno a Washington.

Gli analisti di Morningstar apprezzano questa strategia, soprattutto in ragione delle importanti barriere all’ingresso che caratterizzano il mercato immobiliare nei grandi centri urbani, a causa della loro alta densità. Il fabbisogno di liquidità necessario per portare avanti questa politica espansionistica, tuttavia, potrebbe penalizzare gli azionisti attraverso la riduzione dei dividendi. L’incertezza sul futuro andamento dei tassi d’interesse, inoltre, ci spinge ad essere cauti nelle nostre previsioni sull’andamento del fatturato. Un aumento dei tassi di interesse potrebbe spostare i consumatori dalle case di proprietà verso quelle in affitto, il che è un bene per HP, ma al tempo stesso aumenterebbe il costo del capitale necessario alla società per la sua espansione. Le basse prospettive di crescita e l’elevata incertezza attorno alle nostre stime, determinano ridotti flussi di cassa ed un più alto fattore di sconto (utilizzato nel nostro modello per il calcolo del prezzo obiettivo), che rendono il titolo altamente sopravvalutato dal mercato, come testimoniato dalle due stelle di rating.

La qualità del businsess fa la differenza
Discorso inverso per The Western Union (WU), la società leader nel money transfert. Se guardiamo alla sua politica di dividendi, notiamo quanto essa sia conservativa. Il suo dividend yield è di poco superiore all’1%, con un dividendo unitario mai superiore ai 6 centesimi di dollaro per azione negli ultimi tre anni. Decisamente un titolo poco appetibile da questo punto di vista. Se si guarda, invece, la sua capacità di creare valore per l’azionista il giudizio sul titolo cambia radicalmente. All’8 novembre presenta un rapporto Prezzo/Fair Value dello 0,65, il che significa che investire adesso in Western Union potrebbe fruttare nel lungo periodo un guadagno in termini di capital gain attorno al 35%. WU rappresenta un esempio modello di società, in quanto genera elevati flussi di cassa ed ha un basso fabbisogno di reinvestimento dei capitali nel ciclo produttivo.

Il successo della società americana, deriva in larga parte dalle caratteristiche del settore in cui opera e dal vantaggio di essere stata tra i primi player ad entrarvi. I flussi migratori sono un fenomeno inarrestabile, le stime attuali parlano di oltre 200 milioni di individui che vivono lontani dal loro paese d’origine e che periodicamente inviano denaro ai loro cari, e sebbene la crisi economica, riducendo l’occupazione, abbia ridotto anche l’ammontare del denaro trasferito e limitato in parte la mobilità delle persone, il settore del money transfert non conosce crisi. Essendo tra i primi player del mercato, WU ha avuto la possibilità di far leva sul suo brand per sfruttare le enormi economie di scala, tipiche del settore, in modo da creare un vantaggio di costo difficilmente colmabile dai competitor (testimoniato da un Economic Moat elevato), che gli permette all’occorrenza di abbassare i prezzi senza per questo danneggiare i margini operativi. Le buone prospettive di crescita futura di WU, grazie alla maggior penetrazione in mercati non ancora sfruttati, come quello asiatico, attraverso il contributo delle nuove linee di business, come il trasferimento di denaro per transazioni commerciali, unita alla capacità di generare elevati flussi di cassa, rendono WU un investimento di elevato valore, non a caso il rating Morningstar è di cinque stelle.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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