Newcits è tra i neologismi finanziari del 2010 e indica i fondi che sfruttano la maggior flessibilità nella gestione del portafoglio, resa possibile dalla direttiva comunitaria Ucits III. Il confine che li separa dagli hedge fund è sottile, perché sono gestiti con strategie mutuate dall’industria degli alternativi, dai quali differiscono perché rientrano sotto il cappello dell’armonizzazione, che gli impone vincoli un po’ più stringenti.
Performance svincolate
Nonostante la molteplicità di strategie adottate, questi fondi si caratterizzano per il perseguimento di un obiettivo di rendimento svincolato dall’andamento dei mercati. Morningstar li classifica prevalentemente nelle categorie “Absolute return” e “Long/short”, oltre alla categoria residuale “Altro” (il team che si dedica alla classificazione è, comunque, al lavoro per trovare la soluzione che meglio li rappresenti).
Rientrano negli absolute, i comparti che si pongono obiettivi di performance positiva, indipendentemente dal contesto; non conseguono risultati negativi su un orizzonte di diciotto mesi; hanno come benchmark il mercato monetario più qualche punto percentuale e investono in una varietà di asset class, compresi i derivati. I long/short, invece, prendono posizioni lunghe nei titoli che considerano attraenti e corte in quelli che pensano possano scendere. Alcuni sono market neutral, ossia bilanciano le diverse posizioni in modo da minimizzare le perdite che derivano da forti oscillazioni delle Borse.
Nel 2010 fanno il pieno
Secondo le statistiche di Morningstar, nel 2010 ne sono stati lanciati una novantina sul mercato italiano, la maggior parte di diritto lussemburghese. Inoltre, uno studio, presentato all’ITF di Napoli in questi giorni, mostra che la raccolta si è mantenuta elevata per l’intero anno. Eurekahedge stima che abbiano rappresentato circa il 20% dei flussi che sono entrati nelle tasche delle gestioni alternative.
Le ragioni della diffusione dei Newcits vanno ricercate nei cambiamenti che sta attraversando l’industria, con una sempre maggiore separazione tra i fondi a gestione passiva (Etf compresi) e quelli attivi, ma anche nell’alta volatilità dei mercati, che induce a cercare strategie per contenerla. Infine, i bassi tassi rendono più difficile fare performance e la maggior correlazione tra le tradizionali classi di investimento, riduce i benefici della diversificazione.
Tuttavia, è bene ricordare che le strategie che adottano questi fondi non garantiscono il capitale investito, al contrario ci sono dei rischi di mercato, di controparte (se si usano derivati) e di perdite legate a strategie specifiche.
Analisi ai raggi X
Dato l’attuale sistema di classificazione di Morningstar, le categorie in cui rientrano molti fondi Newcits non hanno il rating, perché l’eterogeneità delle strategie li rende poco confrontabili, anche se rimane per tutti la comunanza di obiettivi. E’ quindi importante un’analisi qualitativa che permetta di comprenderne le caratteristiche, le strategie e gli asset in portafoglio. La trasparenza da parte delle società diventa fondamentale e in questo senso ben vengano le nuove regole imposte dalla Ucits IV in materia di informazione agli investitori e di misure di controllo del rischio. E’ bene anche tenere presente che, data la loro giovane età, è difficile dire se i Newcits rappresentino il futuro o siano destinati a rimanere un fenomeno di questi anni “turbolenti”.
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