Più azioni in portafoglio, soprattutto statunitensi. E’ questo in sintesi il risultato dell’ultimo sondaggio tra le principali case di investimento italiane ed estere, alle quali Morningstar ha chiesto le previsioni per i mercati finanziari nei prossimi sei mesi. La fiducia sul comparto azionario spinge ad un atteggiamento aggressivo e nei portafogli bilanciati il peso di questa asset class sale al 60% a discapito delle obbligazioni, che rappresentano la vera incognita del 2011.
Europa al traino della Germania
La ripresa economica in Germania è vigorosa, tanto che il governo ha recentemente rivisto le stime di crescita del Prodotto interno lordo al rialzo dall’1,8 al 2,3% per il 2011. I Paesi periferici, invece, fanno un po’ più fatica, anche se le piazze finanziarie di questi Stati potrebbero tornare di interesse, dopo la forte penalizzazione subita l’anno scorso a causa dei timori sul debito sovrano. Nel complesso, quindi, i gestori sono ottimisti sul Vecchio continente, con il 72,7% degli intervistati che prevede un apprezzamento nei prossimi sei mesi. I mercati continueranno, comunque, ad essere caratterizzati da una forte volatilità, legata agli sviluppi della crisi dei Paesi più a rischio.
Il listino italiano si muoverà in larga parte in linea con il resto d’Europa, anche se raccoglie meno consensi (59,1%). Da un lato, le valutazioni sono molto compresse dopo la scarsa performance dell’anno scorso; dall’altro il peso dei titoli finanziari continuerà a condizionare pesantemente l’andamento di Piazza Affari.
Mix vincente per Wall Street
Per la quasi totalità dei gestori (95,5%), la Borsa americana salirà nei prossimi sei mesi, mentre per il rimanente 4,5% rimarrà stabile. Politica fiscale e monetaria accomodante, insieme alla debolezza del dollaro e agli incoraggianti dati macroeconomici, rappresentano il mix favorevole a Wall Street. Sono positive le aspettative anche sui risultati aziendali, in particolare per il primo trimestre. Il generale favore per le azioni delle società statunitensi, però, è in parte attenuato dal rischio che l’inflazione torni a salire con un ritmo tale da indurre la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse.
Qualche spiraglio per Tokyo
Rispetto a dicembre, è aumentata la percentuale di gestori ottimisti sulla Borsa giapponese, passando dal 58,8 al 63,6%. La forza dello yen nei confronti dell’euro e del dollaro continua a rappresentare un ostacolo per le esportazioni; tuttavia le aziende nipponiche potrebbero cominciare a beneficiare della ripresa americana e recuperare competitività. Sul fronte interno, ci sono segnali di un maggior attivismo delle autorità monetarie che potrebbe aiutare ad uscire dalla ultra-decennale deflazione.
Asia, un trend di lungo periodo
L’Asia continua ad attrarre capitali e produzione industriale ed è per questo che ha retto meglio alla crisi globale. Inoltre, le politiche monetarie ultra-espansive degli Stati Uniti determinano un’abbondanza di liquidità che si può riversare sui mercati dell’Estremo oriente. Di conseguenza, i gestori sono ottimisti sull’area, con l’81,8% che prevede un aumento delle quotazioni nei prossimi sei mesi. I fund manager, però, invitano alla cautela in considerazione del fatto che le politiche cinesi potrebbero frenare la crescita e l’inflazione potrebbe rappresentare un problema. Inoltre, le valutazioni dei titoli non sono a buon mercato, per cui gli investitori internazionali potrebbero assumere una strategia più selettiva nella costruzione dei loro portafogli sull’Asia.
Verso il rialzo dei tassi
Secondo i gestori, la Banca centrale europea potrebbe alzare i tassi di interesse nei prossimi mesi. Inoltre, la maggior parte degli intervistati prevede che ci sarà una riduzione dei differenziali dei titoli dei Paesi periferici rispetto al Bund tedesco. In questo contesto, il 63,6% stima una discesa dei prezzi, mentre il 22,7% è convinto che ci sarà stabilità attorno agli attuali livelli. Un calo dei corsi obbligazionari à previsto anche negli Stati Uniti. Per quest’area, però, i fund manager non si sbilanciano sulla possibilità che la Federal Reserve rialzi a breve i tassi di interesse.
Euro debole
I gestori sono divisi tra chi stima un indebolimento dell’euro sul dollaro (40,9%) e chi prevede un’oscillazione attorno agli attuali livelli. La divisa comunitaria continua ad essere molto sensibile alla crisi del debito dei Paesi periferici. Per contro, il biglietto verde è favorito dalla ripresa economica americana.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 10 e il 17 gennaio, 22 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio, che contano per circa il 90% degli asset gestiti in Italia. Si tratta di Albemarle Asset Management, Aletti Gestielle, Allianz Global Investors Italy Sgr, Banca Ifigest, Banca Profilo, Banca Reale, Bnp Paribas AM Sgr, Eurizon Capital Sgr, Euromobiliare AM Sgr, Fideuram Sgr, Investitori Sgr, Nemesis, New Millenium sicav, Norvega Sgr, Pioneer Im,, Sella Gestioni, Swisscanto, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle, Total Return, UFG-Lfp, VG.SA.
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