“...A nessuno piace apparire stupido. Eppure, le domande più ovvie sono davvero le più importanti. Ad esempio, una domanda ovvia e banale oggi potrebbe essere rivolta a Hank Paulson, segretario del Tesoro Usa: avete appena dato 200 miliardi di dollari alle banche; banche che hanno provato di non saper fare il proprio lavoro da finanziatori, visto che siete appunto stati costretti a dar loro questo denaro. Quindi, perchè avete preso questa decisione?”
Dichiarazione di Michael Lewis, autore di The Big Short e di Liar’s Poker, durante la trasmissione radiofonica On the Media, il 21 novembre 2008.
È importante sottolineare il punto di Micheal Lewis, e non solo per i giornalisti, ma per tutti coloro che si muovono nel mondo della finanza, compresi i piccoli investitori individuali. Prima di comprare un Etf a leva sui bond governativi, aggiungere un contratto future su qualche materie prima o acquistare quote di un fondo che investe in paesi esotici è meglio rsipondere a tutte le più ovvie (solo all’apparenza) domande che si possa porre a noi stessi o a chi cure le nostre finanze. E fino a quando non vengano chiariti anche i dubbi più stupidi, sul funzionamento degli strumenti finanziari, sulle vostre spese, su quello che potrebbe succedere se qualcosa andasse storto, sentitevi liberi di aspettare.
Il mondo del risparmio è un mondo particolare. La maggior parte delle persone potrebbe non avere neanche quel minimo di conoscenza necessaria per sentirsi in grado di porre domande sui propri investimenti.
Quindi, quali sono le domande più banali (e più importanti) a cui rispondere per essere sicuri di stare alla larga da strumenti inutili o alle volte anche dannosi? Eccone alcune.
Come funziona?
Non voglio dire che dovete essere in grado di lavorare in un azienda di trading come operatore sui bond per comprare un fondo obbligazionario, però è fondamentale comprendere i processi basilari di come funziona un qualsiasi strumento finanziario. Se investite in bond, ad esempio, dovete sapere che il vostro rendimento consisterà in un tasso d’interesse base (che dovrà essere aggiustato per l’inflazione), che i titoli presentano un rischio di credito e che sono sensibili ai movimenti dai tassi d’interesse.
Cosa può fare per me?
Un altro aspetto importante è sapere quali benefici un determinato fondo o strumento finanziario può portare al proprio portafoglio. Può aumentare il potenziale di crescita? Ridurre il grado di volatilità? Diversificare? In che modo? Con quale impatto? Se l’effetto è quello desiderato, la domanda seguente è se esiste un modo più economico per poter ottenere lo stesso risultato.
Quanta storia ha?
L’industria finanziaria è piena di esempi di prodotti che non avrebbero mai dovuto vedere la luce del giorno, dai fondi option-income degli anni ’80, ai comparti Internet di fine millennio. Questi strumenti hanno dimostrato come spesso non sia una buona idea affidarsi a prodotti che sembrano buoni sulla carta ma che non hanno un track record lungo e affidabile. Certo, anche con dei buoni rendimenti storici non c’è garanzia per il futuro, ma un track record lungo mostra come lo strumento abbia performato attraverso diversi cicli economici e diverse fasi di mercato.
Cosa potrebbe andare storto?
È fondamentale essere a conoscenza di quali potrebbero essere le conseguenze davanti al peggior scenario possibile, anche se il rapporto rischio/rendimento è stato buono nel passato. È possibile che esista uno scenario che potrebbe far saltare le performance? E quanto è probabile che si verifichi? Una volta comprese le perdite potenziali, si è più preparati, anche nel valutare gli eventuali rendimenti positivi.
Cosa ci guadagnano gli altri?
Per comprendere meglio in che modo si guadagna dall’investimento in un prodotto finanziario, è opportuno capire cosa e come ci guadagna la società emittente, e anche il proprio promotore o consulente finanziario. Quali sono le commissioni? Come sono modulate? Esistono costi di transazione (quando di compra o si vende)? Esiste qualche motivo per cui qualcuno avrebbe interesse nel consigliare un prodotto al posto di un altro? Quanto erodono le commissioni totali del mio rendimento finale sul lungo periodo? Solo in questo modo si può decidere se il gioco vale la candela.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.