La crisi di Stati Uniti ed Europa continua ad indebolire l’America latina. La fiducia dei consumatori della regione si sta abbassando e, di conseguenza, anche l’attività manifatturiera inizia a tirare qualche colpo a vuoto. Gli effetti secondari sono minori investimenti da parte del settore pubblico e un giro di vite alle assunzioni da parte delle aziende. Il risultato di tutto questo è che l’indice Msci dell’area nell’ultimo mese ha perso l’11,14% (in euro), portando a -21,37% la performance da inizio anno (dati al 15 agosto).
“Una minore crescita delle aree sviluppate sta avendo e avrà l’effetto di un freno sull’attività economica dell’America latina”, spiega uno studio della società di consulenza Thomas White International (Twi). “A sentire il rallentamento saranno soprattutto Messico e Colombia che hanno legami profondi con gli Usa. Per quanto riguarda gli stati che vivono di esportazione di materie prime, il possibile rallentamento della congiuntura globale rappresenterà un ulteriore ostacolo”.
La locomotiva rallenta
Sotto la lente degli operatori c’è sempre il Brasile, anche perché rappresenta la locomotiva dell’intera regione. I segnali di indebolimento economico che arrivano dal paese stanno spingendo gli economisti a rivedere al ribasso le previsioni precedenti. Quelli del Fondo monetario internazionale, che solo a giugno parlavano di un +4% per il 2011, ora preferiscono un più prudente 3,9% e non escludono ulteriori revisioni da qui a fine 2011. Colpa del calo di richiesta di commodity e di materiale industriale che è poi la conseguenza del colpo di freno a livello globale che stanno tirando le economie più sviluppate.
Come previsto la Banca centrale ha aumentato ancora il costo del denaro, ma ha anche avvertito che si prenderà una pausa visto che l’inflazione si sta stabilizzando. “E’ vero che i prezzi al consumo restano al di sopra del tetto fissato dall’istituto centrale”, spiega il report di Twi. “Ma visto l’andamento generale dell’economia, i responsabili della politica economica preferiscono non togliere ossigeno alle famiglie e alle imprese”.
Gli aiuti fiscali
Per prevenire nuovi passi falsi della congiuntura il governo sta mettendo a punto una serie di misure fiscali che diano supporto all’attività industriale. La nuova strategia prevede sgravi fiscali per l’equivalente di 16 miliardi di dollari (in totale) alle aziende che non sono considerate competitive a livello internazionale, finanziamenti a tassi agevolati attraverso le banche controllate dallo stato e prestiti facilitati per chi lavora nell’export.
Nel frattempo verrà rinnovata la linea di credito (anche questa passa attraverso le banche statali) concessa in passato alle sole aziende del comparto manifatturiero. “Queste misure probabilmente non avranno effetto immediato. Ma nel medio termine dovrebbero riuscire a impedire ulteriori indebolimenti della congiuntura”, dicono ancora da Twi.
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