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Europa, una questione di fiducia

Germania e Francia si appellano al senso di responsabilità dei paesi più a rischio. Il quadro macro, intanto, peggiora.

Marco Caprotti 24/10/2011 | 14:13
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Chi investe in Europa in queste settimane sta vivendo di poche certezze e di una sola speranza: che i Paesi dell’area siano in grado di trovare una soluzione alla crisi del debito di alcuni stati dell’Unione. I nodi principali, sottolineati ancora una volta dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel, e dal presidente francese, Nicholas Sarkozy, nel meeting di domenica 23 ottobre, sono l’impegno delle economie più zoppicanti a rimettersi in salute e il salvataggio delle banche che hanno in cassa una bella fetta dei bond più pericolosi. Gli operatori di Borsa, in generale, sono convinti che la situazione verrà risolta. I dubbi maggiori, semmai, riguardano i tempi.

In mezzo a tutto questo – e a una forte volatilità -  l’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 21 ottobre e calcolato in euro) ha guadagnato il 6,1%, anche se la performance da inizio anno resta negativa per il 13% circa.

Meno banche in portafoglio
Da un punto di vista operativo, i venti di tempesta si sono fatti sentire soprattutto sul settore finanziario. In special modo quando è stata ventilata la possibilità di svalutare gli investimenti in bond greci oltre la soglia del 21% che era stata decisa (peraltro non in maniera definitiva) a luglio. Nel frattempo i parlamenti dei paesi europei hanno dato il loro via libera all’aumento dell’European Financial Stability Facility (chiamato anche familiarmente Fondo salva-stati). Una decisione considerata incoraggiante è stata quella, presa a inizio ottobre, da parte della Banca centrale europea di non toccare i tassi di interesse dall’1,5%. “I leader politici europei si devono impegnare per convincere gli investitori che sono in grado di agire all’unisono e velocemente per tenere insieme Eurolandia”, spiega una nota della società di analisi Thomas White International (Twi).

La fiducia non trova sostegni
Dal fronte macroeconomico, intanto, Markit Economics ha reso noto che l’indice Pmi dei servizi nella zona Euro, nel mese di ottobre, ha evidenziato una flessione da 48,8 a 47,2 punti (lettura preliminare). Il dato è risultato inferiore alle attese degli economisti fissate su una lieve discesa a 48,5 punti. Quello manifatturiero nel mese di ottobre, è sceso da 48,5 a 47,3 punti (dato preliminare), anche in questo caso sotto le attese degli operatori fissate su un lieve calo a 48 punti. “Questi dati, insieme a quelli non esaltanti di settembre, confermano che i problemi legati al debito governativo stanno iniziando a pesare sulla congiuntura della regione”, dice ancora Twi. “Se i prossimi numeri, soprattutto quelli relativi all’occupazione che in passato qualche segno di speranza lo hanno dato, dovessero essere migliori delle attese, allora ci potrebbe essere un recupero della fiducia degli investitori che, ultimamente ha dato segnali di cedimento”.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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