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I mercati si aggrappano a Usa e Cina

Le due locomotive danno segni di ripresa che, seppur deboli, possono equilibrare la situazione europea.

Marco Caprotti 07/11/2011 | 11:50
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Stati Uniti e Cina provano a fare la zattera di salvataggio dell’economia mondiale presa nella tempesta della crisi del debito europeo. I mercati internazionali, da parte loro, si fidano e tentano di aggrapparsi a questa scialuppa. L’indice Msci World nell’ultimo mese (fino al 4 novembre e calcolato in euro), ha guadagnato poco più dell’8%, anche se la performance da inizio anno resta negativa per l’8,3%.

Le notizie che arrivano dalle due grandi economie mondiali, del resto, anche se non fanno gridare al miracolo sono comunque lette con ottimismo. Negli Stati Uniti, ad esempio, secondo i dati forniti dal Dipartimento del lavoro la disoccupazione a ottobre è scesa al 9%, il livello più basso da aprile. In Cina, invece, continua l’espansione del settore manifatturiero, nonostante gli sforzi del governo locale per cercare di raffreddare la corsa della congiuntura. Anche il Giappone, intanto, nonostante i problemi creati dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, manda rassicuranti segnali di risveglio: secondo il consensus degli economisti interpellati da Bloomberg, il Pil nell’ultimo trimestre dovrebbe essere cresciuto del 6%, mostrando il primo serio miglioramento degli ultimi 12 mesi.

Con la frenata cala l’inflazione
Secondo gli operatori, comunque, non si può prescindere dalla situazione del Vecchio continente. Le misure di austerità imposte dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale ai paesi più a rischio dell’area avranno l’effetto di rallentare non solo l’intera regione ma anche la congiuntura mondiale. La frenata, tuttavia, per gli economisti, sarà gestibile ed avrà l’effetto positivo di raffreddare l’inflazione. A questo punto dovrebbero verificarsi due eventi: un aumento della capacità di spesa delle famiglie americane e un atteggiamento più accomodante sul fronte dei tassi di interesse da parte dei cinesi e dei paesi in via di sviluppo in generale.

Nel frattempo gli investitori si consolano con gli indici dei Direttori degli acquisti che, a livello globale, il mese scorso mediamente hanno fatto segnare il valore di 50, rispetto al 49,8% di settembre. Si tratta di una quota importante anche a livello psicologico, visto che ogni valore sopra quel numero indica espansione dell’attività industriale, mentre al di sotto segnala contrazione.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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