Il rischio è straripato dai mercati finanziari all’economia e alla società. Il mondo è più vulnerabile a shock economici e disordini sociali, che possono minare il progresso generato dai processi di globalizzazione. Per la prima volta, da generazioni, molte persone non pensano più che i loro figli avranno standard di vita migliori dei loro genitori. Il monito viene dal World Economic forum, nella settima edizione del rapporto Global risks 2012.
La finanza fa più paura delle catastrofi naturali
Non sono più le grandi catastrofi naturali a preoccupare, secondo l’indagine condotta tra 469 esperti (manager, politici, professori universitari ed esponenti della società civile), bensì le questioni socioeconomiche, che derivano dai cronici squilibri fiscali e dalle disparità nella distribuzione dei redditi. Un tempo, la fonte principale dei disordini sociali erano cibo ed acqua, oggi il mondo è molto più vulnerabile agli shock finanziari che i governi non sono stati capaci di arginare (la crisi europea ne è l’esempio più recente). I movimenti di “indignati”, che hanno manifestato nei mesi scorsi in molte città nel mondo e davanti a Wall Street e Piazza Affari, portestano proprio contro le inefficienze del sistema finanziario, lo strapotere delle banche e la speculazione.
Il rischio in casa
Cambia la geografia dei rischi dalle aree emergenti ai paesi industrializzati, quelli che storicamente sono stati la culla dei cambiamenti economici, sociali e tecnologici. Quelli in cui c’è sempre stata molta fiducia nel progresso ed ora ci sono chiari segnali di distopia. Da un lato, i giovani hanno poche prospettive di trovare lavoro, dall’altro chi va in pensione paga il prezzo di sistemi previdenziali pubblici che non sono più sostenibili. Il risultato è un senso di insicurezza e precarietà.
Il lato oscuro della tecnologia
Anche la tecnologia presenta oggi i suoi lati oscuri. Ha pervaso ogni aspetto della nostra vita privata e professionale, siamo interconnessi e una grande quantità di nostri dati viaggiano online. Senza dubbio, sono molti i vantaggi (si pensi al ruolo di Internet nella Primavera araba), ma anche i rischi, dagli attacchi degli hacker, alla violazione della privacy, agli abusi nell’uso dei social network. Inoltre, il terremoto in Giappone l’anno scorso ha mostrato i limiti della tecnologia di fronte alla forza della natura, con la catastrofe della centrale nucleare di Fukushima.
Analfabetismo finanziario
Il rapporto individua 50 rischi globali, raggruppati nelle categorie “economia”, “ambiente, “geopolitica” e “società”, oltre ai cosiddetti “X factor”, fattori emergenti che meritano ulteriori approfondimenti. Tra questi figura l’analfabetismo finanziario a diversi livelli: l’incapacità dei governi di regolare e monitorare in modo efficace il sistema finanziario; degli stati e delle aziende di gestire i propri bilanci; e dei singoli individui di garantirsi un adeguato livello di benessere una volta terminata l’attività lavorativa.
I temi dello studio, che è stato realizzato in collaborazione con Marsh&McLennan, Swiss Re, The Wharton Center for risk management e Zurich, saranno dibattuti all’annuale World economic forum che si terrà a Davos (Svizzera) dal 25 al 29 gennaio. Parteciperanno, tra gli altri, leader politici, manager di grandi industrie, rappresentanti delle istituzioni internazionali e della società civile. In cima all’agenda ci sono le sempre maggiori disparità nella distribuzione dei redditi e gli squilibri fiscali. Ma anche i rischi del cyberspazio. In passato c’erano le catastrofi naturali, contro le quali spesso l’uomo è impotente, oggi ci sono problemi socio-economici, che possono e devono essere risolti.
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