Le azioni che distribuiscono elevati dividendi possono offrire buone opportunità di investimento, ma anche alcune sfide. In effetti, il pagamento dei dividendi tende a rendere più stabile il rendimento totale dell’investimento effettuato (proprio come la distribuzione delle cedole per un’obbligazione) e, al tempo stesso, non impedisce di partecipare alla crescita del valore di mercato delle azioni scelte. Un alto dividendo, però, in alcuni casi può nascondere una “trappola”, ovvero la possibilità che il dividendo elevato (in termini percentuali) sia solo dovuto a un prezzo basso delle azioni, che riflette le difficoltà incontrate dalla società emittente. Ad ogni modo, considerazioni legate alle tasse, alle esigenze di liquidità, al profilo di rischio-rendimento e alle valutazioni di mercato possono portare gli investitori a preferire titoli ad alto dividendo. Con queste premesse, siamo andati a vedere quali sono le scelte operate da alcuni gestori azionari in questo comparto del mercato partendo dalle ricerche sui fondi del team di analisti di Morningstar.
Elevata sensibilità alle dinamiche dei mercati azionari
Stuart Rhodes è il gestore di M&G Global Dividend (Morningstar Analyst Rating “Silver”) dal lancio nel luglio 2008. Il gestore mantiene un portafoglio composto da 50 titoli, con posizioni di dimensioni variabili dall’1,5% al 3%. Ne risulta un grado di diversificazione superiore rispetto ad altri della stessa categoria, maggiormente orientati a favore di settori quali la salute, le telecom e le utility. Si tratta in questo caso di una scelta consapevole da parte del gestore per mantenere un “beta” (misura di sensibilità ai movimenti del mercato azionario di riferimento) alto del portafoglio. In tal senso, il settore delle materie di base—una delle aree del mercato più sensibili all’economia—ha costituito storicamente circa il 15% del portafoglio.
Posizioni importanti nel fondo sono, tra le altre, l’azienda chimica olandese DSM e la società mineraria mondiale BHP Billiton. I titoli finanziari sono quelli più rappresentati, con il 20% del totale attivo; si tratta, però, in via prevalente di assicurativi. Per quanto riguarda le banche, il gestore preferisce quelle rivolte ai mercati emergenti con esposizione limitata al debito dei mercati sviluppati. Banco de Brasil è il titolo principale ad agosto 2011; anche HSBC, quotata nella Borsa di Londra, è presente in portafoglio, in quanto deriva una quota crescente della sua attività dall’Asia. A livello regionale, il sottopeso più notevole è il Giappone. In realtà, tale sottopeso è meno significativo rispetto ad altre strategie che puntano ai dividendi, che tipicamente non trovano grandi opportunità tra le azioni giapponesi.
Settori tradizionali
La concentrazione sui dividendi di ING Global High Dividend (Morningstar Analyst Rating “Neutral”) porta i gestori, Bruno Springael e Herman Klein, a investire in settori tradizionalmente legati a tale stile di investimento, per es. quello finanziario, industriale o sanitario. Nonostante la riduzione dell'esposizione verso i titoli ciclici nel secondo trimestre del 2011, il fondo sovrappesa lievemente i nomi più sensibili allo stato dell’economia rispetto ad altre strategie legate ai dividendi, in particolare nei settori IT e delle materie prime. A novembre 2011, il 48% del portafoglio era investito in azioni americane, una posizione sottopesata rispetto al benchmark (indice MSCI World), ma superiore alla media del 35% dei concorrenti che investono globalmente.
Inoltre il fondo detiene posizioni relativamente sottopesate in Australia e relativamente sovrappesate in Giappone rispetto al gruppo di riferimento. Nel corso del 2011, il team ha diminuito l'esposizione nei confronti dei titoli finanziari europei tramite la vendita, tra le altre, della posizione in Intesa Sanpaolo, nonostante una valutazione di mercato in apparenza favorevole.
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